Diffusione dinamica della felicità nella rete sociale del Framingham Heart Study:
A tale proposito già James H Fowler e collaboratori dell’University of California, San Diego e dell'Università di Harvard,per stabilire se la felicità potesse diffondersi da persona a persona all'interno della rete sociale, hanno svolto uno studio longitudinale analogo (BMJ2008;337:a2338)nell’ambito del Framingham Heart Study social network su 4.739 soggetti seguiti dal 1983 al 2003.
I dati sono scaturiti da un questionario di semplici domande come "quale sensazione di speranza per il futuro?" e "Sei stato felice?", annotando anche i cambiamenti nella sfera familiare per ogni partecipante, come una nascita, una morte, un matrimonio, un divorzio. In tal modo, i ricercatori hanno ampliato le conoscenze, derivate da precedenti lavori sulla felicità per cui essa appare concentrarsi sulle condizioni socioeconomiche e sui fattori genetici, aggiungendo che la stessa è un fenomeno relazionale, che si condensa in gruppi di persone, potendosi estendere fino a tre gradi di lontananza, ad esempio, per gli amici, degli amici dei propri amici.
I risultati hanno dimostrato, in effetti, che lo stato di umore delle persone felici e infelici era in rapporto a quello delle persone conosciute, estendendosi fino ai tre gradi di separazione (ad esempio, per gli amici degli amici dei propri amici).
Coloro che erano circondati da molte persone felici e quelli centrali nella rete dimostravano più probabilità di diventare felici anche nel futuro. I modelli statistici longitudinali suggerivano che la diffusione della felicità conseguiva dai gruppi e non per la sola tendenza delle persone felici ad associarsi insieme. Un amico, che viveva all'interno di circa 1,6 km e che diventava felice, aumentava la probabilità dello stesso sentimento del 25% (IC95%: 1% - 57). Effetti simili erano rilevati in coniugi conviventi (8%, 0,2% al 16%), in fratelli che vivevano vicini di casa entro un 1,6 Km (14%, 1% al 28%) e alla porta affianco (34%, 7% al 70%).
Lo stesso effetto non si registrava tra i colleghi di lavoro e decadeva nel tempo e con la separazione geografica.Da notare che precedenti ricerche hanno identificato diverse condizioni, definite come felicità o infelicità, senza considerare la felicità del prossimo, come fattore influente della propria. La mimica, peraltro, riesce a trasferire stati emotivi direttamente da una persona all’altra, secondo particolari condizioni personali e circostanziali in intervalli da secondi a settimane. In conclusione, tale studio sembra dimostrare che la felicità, come l'obesità, il fumo e l'altruismo,è contagiosa per gli adulti all'interno delle reti sociali e dipende da quella degli altri con i quali si è collegati, contribuendo a giustificare che essa, come la salute, rappresenta un fenomeno collettivo.