Perdita di sonno e consumo di droga negli adolescenti
Sara C. Mednick e collaboratori del Department of Psychiatry, University of California San Diego, La Jolla, California, sulla base che nel 2006 si era appurato negli USA che il 15,7% degli alunni dell’8° grado e il 42,3% del 12° aveva provato marijuana almeno una voltae che le difficoltà di dormire e la sonnolenza eccessiva erano state spesso citate come segni e sintomi di allarme primario dell’abuso di droghe negli adolescenti, raramente studiate come una sua causa, hanno identificato un campione di 90.118 studenti in 142 scuole, per uno studio con questionari sulle loro abitudini voluttuarie e di sonno (PLoS ONE, 2010; 5 (3): e9775 DOI). Hanno, quindi disegnato una mappa di rete sociale di 8.349 adolescenti al fine di valutare la modalità di diffusione delle abitudini del sonno e il comportamento verso la droga, secondo le influenze degli amici. Il collegamento tra gli individui in ragione ai loro comportamenti può essere determinato, difatti, da almeno tre processi: 1) l'influenza, per cui un comportamento in una sola persona trascina gli altri, 2) l’omofilia, secondo cui gli individui con gli stessi comportamenti di preferenza si scelgono l'un l'altro come amici, 3) il confondimento, per il quale gli individui si collegano in comune per esperienze di esposizioni contemporanee (come un quartiere rumoroso o uno spacciatore di droga locale).Gli AA.
hanno rilevato che i gruppi di comportamento con poco sonno e consumo di droga si estendevano fino a quattro gradi di distanza (ad amici di amici di amici dei propri amici) nella rete sociale. I modelli prospettici di regressione dimostravano, anche, che la posizione centrale nella rete influenzava negativamente i risultati futuri del sonno, ma non viceversa. Inoltre, se un amico dormiva ≤ 7 ore, aumentava la probabilità di trasmissione del comportamento dell’11%. Se, poi, un amico usava marijuana, aumentava la probabilità negli altri dell’uso di marijuana del 110%. Infine, la probabilità che un individuo utilizzasse farmaci aumentava del 19%, quando un amico dormiva ≤ 7 ore. Un’analisi mostrava, poi, che il 20% di tal effetto risultava dalla diffusione del comportamento del sonno da una persona all'altra.
Questo è il primo studio che suggerisce come la diffusione di un comportamento nelle reti sociali possa influenzare l’espansione di un altro.
I risultati, pertanto, indicano che gli interventi dovrebbero concentrarsi sul tutelare il sonno sano per prevenire l'uso di droghe e rivolge una raccomandazione alle istituzioni e alle famiglie, organi che possono migliorare i risultati di tutta la rete sociale.