Sei qui: Notiziario AMEC Anno 2014 notiziario Marzo 2014 N.3 APPROCCIO EFFICACE PER IL CONTROLLO DELLA PRESSIONE ARTERIOSA - Urgenza dell’identikit di un killer silenzioso: l’ipertensione arteriosa

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notiziario Marzo 2014 N.3 APPROCCIO EFFICACE PER IL CONTROLLO DELLA PRESSIONE ARTERIOSA - Urgenza dell’identikit di un killer silenzioso: l’ipertensione arteriosa

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Indice
notiziario Marzo 2014 N.3 APPROCCIO EFFICACE PER IL CONTROLLO DELLA PRESSIONE ARTERIOSA
Urgenza dell’identikit di un killer silenzioso: l’ipertensione arteriosa
Tappe storiche fondamentali dell’ipertensione
Dati epidemiologici dell’ipertensione arteriosa nel mondo
Dati epidemiologici dell’ipertensione in Italia
Recenti raccomandazioni per lo studio e il trattamento dell’ipertensione
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Urgenza dell’identikit di un killer silenzioso: l’ipertensione arteriosa

La pressione sanguigna è quella forza esercitata dal sangue contro la parete dei vasi, adeguata a mantenere la perfusione dei tessuti durante il riposo e l'attività. È funzione primaria della gittata cardiaca e della resistenza vascolare sistemica ed è regolata dall’equazione di Poiseuille, utile per il controllo nella normalità e nelle varie forme d’ipertensione. È combinata nei vasi con la tensione tangenziale, wall shear stress degli anglo sassoni, che agisce longitudinalmente lungo la parete dei vasi.
L'ipertensione è definita dall’aumento della pressione arteriosa che costituisce la base di malattia. È un fenotipo complesso che nasce dalla convergenza di numerosi fattori genetici, ambientali, comportamentali e anche sociali. Indipendentemente dalla sua eziologia, tuttavia, essa rappresenta un fattore di rischio molto diffuso e altamente significativo per lo sviluppo di tutte le manifestazioni di malattia di ordine cardiovascolare, tra cui la coronarica, l’aortica, la renale, l’arteriosa periferica, l’ictus e l’insufficienza cardiaca.

Nella regolazione della pressione sanguigna intervengono principalmente:

  • il sistema nervoso simpatico,
  • l’endotelio vascolare,
  • il rene,
  • l’apparato endocrino.

Per quanto riguarda il primo sistema, è bene ricordare che la norepinefrina, rilasciata dalle terminazioni dei nervi  simpatici ai recettori α1 e α2, β1, β2 reagisce in termini di secondi determinando:

  • aumento della frequenza cardiaca (cronotropismo),
  • aumento della contrattilità del cuore (inotropismo),
  • vasocostrizione diffusa nelle arterie periferiche,
  • rilascio della renina da parte del rene,
  • interazione con molte aree del cervello nel mantenere la pressione arteriosa nel range di normalità in condizioni diverse, come nell’esercizio fisico per risposta alle richieste di ossigeno e nelle variazioni di postura con una vasocostrizione periferica, per effetto del centro vasomotore simpatico del midollo allungato,
  • risposta ai segnali dei barocettori, cellule nervose specializzate delle arterie carotidi e dell'arco aortico, con modulazione della pressione arteriosa.

Per suo conto, l’endotelio vascolare, come singolo strato di cellule che riveste la superficie dei vasi sanguigni, può contribuire, in caso di disfunzione, alla produzione dell’aterosclerosi e dell’ipertensione primitiva. Esso, infatti, non ha soltanto la funzione protettiva di rivestimento interno dei vasi, ma deve essere considerato un vero e proprio sistema che produce diverse sostanze, tra cui le più importanti sono l’EDRF (endothelium derive relaxaing factor) e l’ET (endotelin).
La prima ricopre un ruolo chiave nell’omeostasi vascolare. Aiuta a mantenere basso il tono arterioso a riposo, inibisce la crescita della muscolatura liscia dei vasi, inibisce l’aggregazione piastrinica e produce la prostaciclina ad azione vasodilatatrice.
La seconda è tra i più potenti vasocostrittori conosciuti.
In un individuo sano il delicato equilibrio tra vasocostrizione e vasodilatazione è mantenuto dall’endotelina e da altri vasocostrittori da un lato e dall'altro dall'ossido nitrico, dalla prostaciclina e da altri vasodilatatori.
Il sistema renale, per sua parte, controlla l’escrezione del sodio e il volume dei fluidi extracellulari e interviene attivamente nel sistema renina-angiotensina-aldosterone. La renina, com’è noto, converte l’angiotensinogeno in angiotensina I. L’ACE (angiotensin-converting enzyme) converte a sua volta l’angiotensina I in II con effetto d’immediata vasocostrizione e aumento delle resistenze vascolari sistemiche. Si ottiene anche uno stimolo sulla corteccia surrenalica con secrezione di aldosterone e consequenziale ritenzione di sodio e acqua. Da notare che la midollare renale produce, invece, prostaglandine con effetto di vasodilatazione.
L’apparato endocrino, infine, stimola il sistema nervoso simpatico che tramite l’epinefrina determina aumento della frequenza e della contrattilità cardiaca. Attiva i recettori β adrenergici nelle arteriole periferiche dei muscoli scheletrici, determinando vasodilatazione, ma anche i recettori α1 adrenergici nelle arteriole periferiche della pelle e dei reni, producendo vasocostrizione. La corteccia surrenalica, peraltro, produce ormoni mineraloattivi (aldosterone), che stimolano il rene a ritenere il sodio, il cui aumento è di stimolo per l’ipofisi posteriore a produrre ADH (antidiuretic hormone) con il consequenziale riassorbimento di acqua.
L’ipertensione, insieme alle altre malattie non trasmissibili, continua a rappresentare anche nel 21° secolo un’importante sfida per la salute.
Essa è stata definita il killer silenzioso, invisibile, che raramente causa sintomi, soprattutto nelle fasi iniziali. Così che avviene che molti malati non ottengano la diagnosi precoce e spesso chi la riceve non abbia la possibilità di accesso alle cure e non possa, quindi, essere in grado di controllarla con successo nel lungo termine.
Accrescere la consapevolezza nella popolazione della sua identità e pericolosità è, quindi, fondamentale anche per favorire la tempestività della diagnosi e delle cure. Innanzitutto, essa deve essere considerata un grave segnale di avvertimento per un significativo e urgente cambiamento dello stile di vita.

Pertanto, le persone devono sapere perché la pressione sanguigna alta è pericolosa, in modo da adottare le tempestive misure per controllarla. È necessario anche diffondere la conoscenza che l’aumento della pressione sanguigna si concreta insieme con altri fattori di rischio, come il diabete e l’obesità.



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