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notiziario Marzo 2013 N.3 MICROBIOTA INTESTINALE E SALUTE - Metano intestinale e indice di massa corporea

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Indice
notiziario Marzo 2013 N.3 MICROBIOTA INTESTINALE E SALUTE
L’intestino e le sue difese dai potenziali agenti patogeni
La terminologia essenziale nello studio del microbiota
Il microbiota intestinale dai primi anni di vita alla tarda età
I principali batteri del microbiota intestinale dell’uomo
I consorzi sul microbioma umano nel mondo
Le funzioni metaboliche del microbiota intestinale
Microbiota intestinale e metabolismo degli acidi biliari
Microflora e motilità gastrointestinale
Metano intestinale e indice di massa corporea
Tutte le pagine

Metano intestinale e indice di massa corporea

Nei modelli animali una particolare alterazione della microflora, associata all’aumento del peso, è costituita dalla presenza dell’Archaea metanogenica e specificamente dal Methanobrevibacter smithii. Comunque, i metanogeni sono comuni nella normale flora enterica umana e il M. smithii costituisce la specie più comune. I metanogeni, peraltro, hanno dimostrato d’influenzare le quote caloriche aumentando la capacità dei batteri che si nutrono di polisaccaridi, digerendo, in particolare, i glicani contenenti polifruttosio. Tale dato di fatto porta, invero, a un aumento del peso dei topi.  Altri studi nei modelli in vivo hanno dimostrato che il gas metano rallenta del 59% il transito intestinale prossimale. Questo rallentamento può contribuire all’incremento del peso, poiché aumenta il carico totale del microbiota intestinale o il periodo per l’estrazione dell’energia dai pasti.
Date le associazioni nei modelli animali tra i metanogeni e l’aumento del peso, insieme con il ritrovamento di un’associazione tra il metano e il transito ritardato, questo studio ha ipotizzato che i soggetti umani con aumento delle concentrazioni di metano nell’aria espirata potrebbero presentare un incremento dei livelli di obesità, rispetto ai soggetti senza elevate concentrazioni di metano.
Robert J. Basseri della Cedars-Sinai Medical Center in Los Angeles, California e collaboratori hanno voluto verificare l’ipotesi dell’associazione tra obesità, alterati sintomi intestinali e presenza o assenza di metano nei campioni di aria espirata dei soggetti umani (Journal List >Gastroenterol Hepatol (N Y) >v.8(1); Jan 2012). Gli Autori hanno, così, reclutato, in modo prospettico dal programma di perdita di peso di un centro terziario di cure mediche, cinquantotto soggetti con un indice di massa corporea (BMI) di 30 kg/m2 o superiore.

Il 20% dei pazienti, pari a dodici in numerosità, aveva al test respiratorio risultati positivi per il metano (> 3 parti per milione [ppm]), con una concentrazione media di metano nel respiro di 12,2 ± 3,1 ppm. La BMI era significativamente più alta nei soggetti metano-positivi (45.2 ± 2.3 kg/m2), rispetto ai metano-negativi (38.5 ± 0.8 kg/m2, p = .001). I metano-positivi avevano anche una maggiore severità della stipsi, rispetto ai soggetti metano-negativi (21,3 ± 6,4 vs 9,5 ± 2,4, p = 0,043). L'analisi di regressione multipla illustrava una significativa associazione tra la BMI e il metano, la costipazione e l'uso degli antidepressivi. Tuttavia, il metano rimaneva un predittivo indipendente della BMI elevata, quando controllato per l'uso degli antidepressivi (P <.001) e per la stipsi e l'uso degli antidepressivi (6,55 kg/m2 maggiore indice di massa corporea, p = .003).
In conclusione, secondo gli Autori, il loro studio era il primo sull’uomo che avesse dimostrato come una maggiore concentrazione di metano, rilevato al test del respiro, fosse un fattore predittivo di obesità significativamente maggiore nei soggetti in sovrappeso.
In definitiva, nell’intestino umano normale più del 90% della popolazione microbica totale è costituita dai Bacteroidetes e dai Firmicutes con un ruolo nell'assorbimento dei nutrienti, nella fortificazione della barriera della mucosa, nel metabolismo xenobiotico, nell’angiogenesi e nella maturazione intestinale post-natale. Il loro numero è regolato dalla dieta, soprattutto dai grassi, ed è stato riconosciuto fondamentale per lo sviluppo dell’obesità e del diabete.
Tutto, quindi, torna a ribadire la raccomandazione di mantenere una corretta microflora intestinale, tenendo principalmente presente che una diminuzione dei batteri utili rende più facile la colonizzazione delle specie patogene con una possibile infezione non solo a livello intestinale, ma anche sistemica e di altre sedi.
A tale proposito, proprio in questo mese di marzo 2013 è stata avviata una campagna informativa di Agrofarma e Simg (Società italiana di medicina generale) sulla sicurezza alimentare. Un congruo numero di medici di medicina generale del territorio nazionale ha risposto a un questionario sulle conoscenze e sui bisogni formativi sull’argomento.  Ben il 95% su 965 ha fornito la giusta definizione di sicurezza alimentare, basata sulle proprietà standard dei cibi validate dalle autorità competenti e che dalla fase di produzione a quella di commercializzazione e consumo sono oggetto di verifica con un rigido sistema di controlli. D’altro canto, solo il 48%, poco meno di cinque medici su dieci, ha individuato correttamente il potenziale rischio per la salute umana delle intossicazioni da contaminazioni microbiologiche che può derivare dagli alimenti non trattati chimicamente.
D’altra parte, è emerso che il 54% dei propri assistiti dichiaravano timori nell’uso dei prodotti chimici. Essi erano, però, poco o per nulla informati sui rischi degli alimenti di produzione agricola non trattati chimicamente, come indicato dall’85% degli intervistati.
Tali risultati hanno fatto emergere che l’argomento della sicurezza alimentare rappresenta ancora oggi un tema negletto e poco conosciuto, senza la dovuta consapevolezza sui suoi rischi e dimensioni. Peraltro, ne è derivata anche l’indicazione, da parte dei medici di famiglia, di una necessità di maggiore conoscenza sugli alimenti biologici vs quelli trattati con agro farmaci, sui metodi per valutare se un cibo è sicuro, sui rischi d’intossicazione microbiologica, sui controlli effettuati sugli alimenti in Italia e sui vantaggi e svantaggi degli agro farmaci.



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