Rapporto vita/altezza come migliore strumento di screening per i fattori di rischio cardiometabolico
Dal loro canto, M. Ashwell dell’Ashwell, Herts, UK e collaboratori, proprio con l’obiettivo di differenziare il potenziale di screening per gli adulti di diverse nazionalità del WHtR (waist-to-height ratio) e della WC (waist circumference) per il rischio cardiometabolico e per il confronto con la BMI (body mass index), hanno intrapreso una revisione sistematica e una meta-analisi (Obes Rev. 2012 Mar;13(3):275-86. doi: 10.1111/j.1467-789X.2011.00952.x.). Gli studi considerati avevano utilizzato le curve del ROC (receiver operating characteristics) per valutare il potere discriminatorio degli indici antropometrici negli adulti con ipertensione, diabete di tipo 2, dislipidemia, sindrome metabolica ed esiti generali cardiovascolari (CVD). Trentuno casi incontravano i criteri d’inclusione. Con l’utilizzo dei dati concernenti tutti i risultati, come media all'interno del gruppo di studio, il WHtR aveva maggiore potere discriminatorio significativo, rispetto alla BMI. Nei confronti della BMI, la WC migliorava la discriminazione degli esiti avversi del 3% (P <0.05), mentre il WHtR portava il miglioramento al 4-5% (p <0,01). Come dato ancora più importante, l'analisi statistica dello studio in differenza di AUC mostrava in entrambi i sessi il WHtR significativamente migliore della WC per il diabete, l'ipertensione, le malattie cardiovascolari e per tutti i risultati (P <0.005). Per la prima volta, una robusta evidenza statistica di studi che avevano coinvolto più di 300.000 adulti di diversi gruppi etnici, mostrava per la rilevazione dei fattori di rischio cardiometabolico in entrambi i sessi la superiorità del WHtR oltre la WC e l’indice di massa corporea. Il rapporto vita/altezza dovrebbe, pertanto, essere considerato come lo strumento ottimale di screening.