Impatto dell'obesità infantile sulla morbilità e mortalità dell’adulto
Nel corso degli ultimi decenni, la prevalenza del sovrappeso e dell’obesità nella popolazione pediatrica è aumentata in modo sostanziale con previsione di un’allarmante crescita progressiva. Essa, com’è abbastanza noto, a causa soprattutto dell’accresciuto rischio di malattia cardiovascolare, è un fattore predittivo dell’aumento del tasso di morte. Peraltro, nell’obesità infantile si delinea presto il futuro profilo dei fattori di rischio cardiovascolare che si osserva frequentemente negli adulti obesi. Esso comprende, di fatto, un aumentato tasso d’ipertensione, di dislipidemia e di diabete di tipo 2. Nei confronti dei propositi di prevenzione e di salute pubblica appare, quindi, interessante poter determinare se il divenire adulto non obeso può invertire gli effetti negativi del sovrappeso o dell’obesità infantile o se l’adiposità infantile aumenta il rischio cardiovascolare indipendentemente dalla BMI dell’adulto.
Park MH dell’UCL Institute of Child Health, London, UK e collaboratori, con l'obiettivo di valutare se l'obesità infantile fosse un fattore di rischio per le malattie dell’adulto, indipendentemente dal suo indice di massa corporea (BMI), hanno compiuto un’ampia ricerca in letteratura di tutti gli studi pubblicati con misura della BMI in età pediatrica dai due ai diciannove anni e con descrizione delle malattie in età adulta (Obes Rev. 2012 Nov;13(11):985-1000). I dati sono stati sintetizzati in modo narrativo. Dai trentanove studi inclusi nella revisione si evinceva l’associazione tra la BMI infantile e il diabete di tipo 2, l’ipertensione e la malattia coronarica. Pochi studi avevano esaminato le associazioni indipendenti della BMI dell’adulto, dimostrando che le dimensioni degli effetti erano attenuate in analisi di regressione standard dopo aggiustamento per la stessa BMI. Comunque, anche se vi era un corpo coerente di prove per le associazioni tra la BMI infantile e gli esiti cardiovascolari, vi era, però, una mancanza di evidenza sugli effetti indipendenti della BMI dell’adulto. Gli studi, peraltro, avevano tentato di esaminare gli effetti indipendenti, con regolazione standard per la BMI dell’adulto, che, piuttosto, era soggetta a un eccesso di modifica con problematicità d’interpretazione. Gli Autori, pertanto, convenivano nell’affermare la necessità di ulteriori studi con l’utilizzo di tecniche di analisi e di modelli più robusti per stabilire se l'obesità infantile sia davvero un fattore di rischio indipendente per la malattia degli adulti.