Giro vita come migliore spia per il rischio di salute dell’obeso
Ian Janssen del Queen's University, Kingston, Canada e colleghi in uno studio della National Health and Nutrition Examination Survey hanno affrontato la questione del giro vita, come predittivo del rischio di salute per l’obeso (Am J Clin Nutr March 2004 vol. 79 no. 3 379-384).
Hanno, infatti, studiato 14.924 partecipanti adulti dei settori della sanità nazionale e del third National Health and Nutrition Examination Survey, raggruppati in categorie di BMI (Body Mass Index) e WC (waist circumference), in conformità con i National Institutes of Health cutoffs. Prima e dopo aggiustamento per la WC, l’odds ratio per l'ipertensione, la dislipidemia e la sindrome metabolica erano confrontati con il sovrappeso, l’obesità e il peso normale. La BMI e la WC erano inclusi nel modello di regressione come variabili continue per la previsione dei disordini metabolici. Salvo poche eccezioni, i soggetti obesi e in sovrappeso avevano una maggiore probabilità di essere ipertesi, dislipidemici e con sindrome metabolica, rispetto ai normopeso.
Dopo aggiustamento per la categoria normale o con alta WC, le probabilità di comorbidità, anche se attenuate, rimanevano più elevate nei soggetti in sovrappeso e negli obesi, rispetto ai soggetti normopeso. Tuttavia, dopo aggiustamento per la WC, come variabile continua, le probabilità d’ipertensione, di dislipidemia e della sindrome metabolica risultavano simili in tutti i gruppi. Quando la WC e la BMI erano utilizzate come variabili continue nel modello di regressione stessa, la WC da sola era un predittivo significativo di comorbidità. In conclusione, secondo i risultati ottenuti, la WC, e non la BMI, chiarirebbe il legame dell'obesità con il rischio per la salute. Così, per un dato valore della WC le persone in sovrappeso e obese avrebbero rischi per la salute paragonabili a quelle normopeso. Tuttavia, quando la WC veniva dicotomizzata come normale o alta, l’indice di massa corporea rimaneva un predittivo significativo.
La circonferenza della vita sarebbe, quindi, un forte predittivo di morbilità, maggiore della BMI. Vi è, peraltro, un crescente interesse per quanto riguarda il deterioramento cognitivo e la demenza negli anziani sugli effetti dei fattori di rischio modificabili, come l'obesità. In effetti, l'obesità della mezza età, e più precisamente l'obesità centrale, è considerata ormai anche un rischio a lungo termine di demenza.