I numeri del cancro in Italia
In Italia il cancro, come seconda causa di morte dopo le malattie cardiovascolari, suole determinare circa un terzo di tutti i decessi. L’AIOM (Associazione italiana di oncologia medica) e l’AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori) contribuiscono a offrire i dati importanti e al contempo aggiornati sui numeri del cancro. Nell’edizione 2013 de “I numeri del cancro in Italia” si prevedeva per l’Italia la diagnosi di circa 366.000 nuovi casi di tumore maligno, corrispondenti a una media di circa 1.000 il giorno, di cui circa 200.000, il 55%, negli uomini e circa 166.000, il 45%, nelle donne. Da notare che i carcinomi della cute, orientativamente 71.000 casi, 38.000 nei maschi e 33.000 nelle femmine, per le loro peculiarità biologiche e cliniche e per la difficoltà di stimarne esattamente il numero, erano conteggiati separatamente. La frequenza con cui erano diagnosticati i tumori con esclusione di quelli cutanei era, quindi, in media di circa sette nuovi casi ogni 1.000 uomini ogni anno, ossia 692 ogni 100.000 abitanti/anno, e poco più di cinque casi ogni 1.000 donne, ossia 543 ogni 100.000 abitanti /anno. Pertanto, complessivamente circa sei casi ogni 1.000 persone avrebbero ottenuto la diagnosi di tumore maligno.
Escludendo i carcinomi della cute, il tumore più frequente in ambo i sessi risultava quello del colon-retto con oltre 54.000 nuove diagnosi per il 2013, seguito dal tumore della mammella con 48.000 nuovi casi, di cui il 98% nelle donne. Seguiva con 38.000 casi, dei quali quasi il 30% nelle donne, il cancro del polmone e, quindi, il tumore della prostata con quasi 36.000 casi. Considerando separatamente il sesso, negli uomini prevaleva il tumore della prostata con il 20% di tutti i tumori diagnosticati. Seguivano il tumore del polmone con il 15% e con tendenza alla sua riduzione nel tempo, il tumore del colon-retto con il 14%, il tumore della vescica con il 10% e il tumore dello stomaco con il 5%.
Nelle donne la maggiore frequenza era quella del tumore della mammella con il 29% sul totale. Seguivano il cancro del colon-retto con il 14%, del polmone con il 6%, del corpo dell’utero con il 5% e della tiroide con il 5%.
Considerando entrambi i sessi, e sempre escludendo i carcinomi della cute, il tumore del colon-retto rappresentava la patologia oncologica più frequente con il 14% del totale, seguita dal tumore della mammella, che, nonostante la sua estrema rarità nel sesso maschile, rappresentava il 13% di tutti i tumori diagnosticati in totale. Seguivano il cancro della prostata con l’11% e quello del polmone con l’11%.
Sulla base dei dati ISTAT (Istituto nazionale di statistica), circa 174.000 decessi tra gli oltre 581.000 verificatisi nel 2013 erano attribuibili a tumore che rappresentava la seconda causa di morte con il 30% delle titali dopo le malattie cardio-circolatorie con il 38%. Il carico del cancro era più consistente negli uomini, raggiungendo il 35% dei casi di morte con quota leggermente superiore a quella dovuta alle malattie cardio-circolatorie. Nelle donne, invece, tale percentuale era del 26%. Per il 2013, comunque, la stima in Italia era di circa 173.000 decessi causati da tumore, di cui 98.000 negli uomini e 75.000 nelle donne, secondo una frequenza media annua di circa 3,5 decessi ogni 1.000 uomini e di circa 2,6 decessi ogni 1.000 donne. In totale, quindi, ciò corrispondeva a circa tre decessi ogni 1.000 persone.
Negli uomini il carcinoma polmonare era la prima causa di morte per cancro a tutte le età con il 16% dei decessi nei giovani sino ai quarantanove anni, con il 30% negli adulti dai cinquanta ai sessantanove anni e con il 25% negli ultrasettantenni.
Nelle donne il tumore della mammella occupava il primo posto in tutte le età con il 28% dei decessi nelle giovani, con il 21% nelle adulte e con il 14% nelle ultra settantenni.
Silvia Rossi dell’Italian National Institute of Health, Rome - Italy e collaboratori hanno presentato aggiornamenti sugli indicatori epidemiologici di base (incidenza, prevalenza e mortalità) dei cinque principali tumori in Italia, ossia del polmone, della mammella, della prostata, del colon-retto e dello stomaco, includendo anche il melanoma della pelle e il cancro della cervice uterina. Hanno, così, fornito stime puntuali per il 2012 e gli andamenti nel tempo per il periodo 1970-2015 (Tumori 2013;99(3):416-424). Lo studio è stato realizzato nell’ambito del Programma Straordinario Oncologia su “La rete nazionale dei registri tumori: indicatori e controllo del cancro in Italia” e del progetto “Produzione e aggiornamento sistematico di stime a livello nazionale e regionale di alcuni tumori nella popolazione generale”, promossi dal Ministero della Salute Italiano e dal CCM (Centro per il Controllo delle Malattie).
I dati sulla mortalità per tumore erano raccolti dal 1970 per l'intera popolazione dall'Istituto Nazionale Italiano di Statistica (ISTAT), mentre quelli d’incidenza dai registri dei tumori della Rete Italiana AIRTUM. I dati rappresentavano le somme delle stime degli indicatori epidemiologici regionali, ricavate applicando il metodo statistico MIAMOD.
Il cancro alla mammella, quello al colon - retto e della prostata dimostravano i tassi d’incidenza più elevati per i prossimi anni con tendenza all’aumento per quello del seno, del colorettale maschile, del polmonare femminile e per il melanoma cutaneo. Per contro, le incidenze del cancro allo stomaco, di quello del collo dell'utero e del polmone maschile, siti notevolmente più comuni fino ai primi anni 1990, mostravano una tendenza alla continua diminuzione. Le stime di mortalità mostravano una tendenza al ribasso per tutti i tumori considerati con la sola eccezione del cancro del polmone nelle donne.
In conclusione, i risultati confermavano l’incremento medio annuo nel periodo 2000-2015 dello 8% per il tumore della prostata, del 5% per quello del colon retto, del 5% per il melanoma maligno. Si registrava, invece, un aumento contenuto per il cancro del polmone negli uomini e dello stomaco, a fronte dell’aumento importante di quello del colon-retto ed esplosivo dagli anni ‘90 di quello della prostata. In controtendenza rispetto agli uomini, tra i tumori in aumento costante si evidenziavano il melanoma cutaneo in ambo i sessi e il tumore del polmone nelle donne. Questo cancro, in effetti, mostrava di diventare la seconda causa di morte per cancro nelle donne dopo di quello al seno, superando quello dello stomaco e del colon-retto. Per contro, si evidenziava una riduzione per i carcinomi della cervice uterina. Per tutti gli altri tumori esaminati, la mortalità, al contrario, segnava una riduzione verosimilmente dovuta alla diffusione delle pratiche di screening e delle tecniche di diagnosi precoce. Secondo gli Autori, infatti, i dati invitavano a rafforzare le attività di prevenzione attraverso lo sviluppo delle misure di prevenzione più efficaci per i gruppi di popolazione a rischio. Emergeva anche la raccomandazione urgente di sostenere la sorveglianza del cancro tempestivamente e con continuità nella popolazione italiana attraverso i registri dei tumori al fine di monitorare la diffusione del rischio di cancro e di valutare l'impatto delle politiche di prevenzione e dei progressi terapeutici.
Di certo, anche in tal caso la maggiore longevità e l’invecchiamento demografico della popolazione, particolarmente marcati in Italia, devono aver contribuito a incrementare la prevalenza dei tumori che deve aver risentito del costante miglioramento della sopravvivenza degli ultimi decenni dei malati per effetto delle cure, ma soprattutto per la diffusione dello screening e delle tecniche di diagnosi precoce.