NOTIZIARIO Aprile 2014 N°4
PECULIARITÀ EPIDEMIOLOGICHE DEI TUMORI MALIGNI
A cura di:
Giuseppe Di Lascio §
Con la collaborazione di:
Salienti caratteristiche attuali del cancro
Il cancro o tumore maligno o neoplasia, termini generici per un gruppo di malattie che possono colpire qualsiasi parte del corpo, corrisponde alla crescita incontrollata di cellule anormali oltre i loro confini abituali, che può quindi invadere parti adiacenti del corpo e diffondersi ad altri organi. Quest’ultimo processo, definito metastasi, rappresenta la principale causa di morte dei malati.
Ci sono più di 200 tipi di cancro, ognuno caratterizzato da differenti cause, sintomi e cure. In particolare, le cause possono essere sostenute da fattori esterni o interni, oggi in gran parte ben riconosciuti. Tra i primi si annoverano senz’altro il tabacco, i prodotti chimici, le radiazioni e alcuni organismi infettivi, mentre tra i secondi le mutazioni ereditarie, gli ormoni, alcune condizioni immunitarie e le mutazioni che si verificano nel metabolismo.
Questi fattori, per avviare o promuovere la carcinogenesi, possono agire insieme o in sequenza. Importante è osservare che alcuni tipi di cancro possono essere evitati proprio riducendo l'esposizione ai fattori di rischio.
I numeri del cancro a livello mondiale
Le statistiche dell’incidenza e della mortalità per il cancro in tutto il mondo sono offerte dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sulla Banca dati Cancro GLOBOCAN e anche dall’Osservatorio della Salute Globale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e dal Rapporto sulle Prospettive mondiali della Popolazione delle Nazioni Unite.
Le stime per il 2012, contro i 12,7 del 2008, hanno riportato 14,1 milioni di nuovi casi di cancro in tutto il mondo con più della metà nelle regioni meno sviluppate. I quattro tipi di neoplasie più comuni sono stati quelli del: polmone, seno femminile, intestino e prostata. Queste neoplasie hanno rappresentato, in effetti, circa quattro dei dieci casi di malattia.
Negli uomini il cancro del polmone è stato quello più comune con più di un caso su dieci di tutti i tumori diagnosticati. Nel 2012 in tutto il mondo erano ancora in vita quasi 32,5 milioni delle persone con diagnosi di cancro ottenuta cinque anni prima. Le stime del 2008 riportavano anche che circa 169.300 mila anni di vita in buona salute erano stati persi a livello mondiale a causa del cancro.
Sempre nel 2012 i decessi per cancro erano stati 8,2 milioni contro i 7,6 del 2008 con più di sei su dieci nelle regioni meno sviluppate.
Le stime di prevalenza per lo stesso anno dimostravano che vi erano 32,6 milioni di persone in vita di età superiore ai quindici anni con diagnosi di un cancro negli ultimi cinque anni.
Più precisamente i tumori più frequenti in tutto il mondo erano quelli del polmone con il 13,0% del totale, della mammella con l’11,9% e del colon-retto con il 9,7%. Le cause più comuni di morte per cancro erano, invece, il tumore del polmone con il 19,4% del totale, del fegato con il 9,1% e dello stomaco con lo 8,8%.
Nel 2012, inoltre, 1,7 milioni di donne si erano ammalate di cancro al seno, mentre 6,3 milioni convivevano con la malattia diagnosticata negli ultimi cinque anni. Dal 2008 l'incidenza di questo morbo era aumentata di oltre il 20% e la mortalità del 14%. Tutto ciò indicava questa patologia come la causa più comune per cancro tra le donne e la più frequentemente diagnosticata tra le donne a livello mondiale in 140 di 184 paesi.
Il cancro, come in precedenza accennato, deriva da una singola cellula che da normale si trasforma in tumorale con un processo a più stadi in una progressione da una lesione pre-cancerosa a tumore maligno. I cambiamenti sono il risultato dell'interazione tra le predisposizioni genetiche della persona e tre categorie di agenti esterni:
- cancerogeni fisici, come le radiazioni ultraviolette e ionizzanti,
- cancerogeni chimici, come l'amianto, i componenti del fumo di tabacco, le aflatossine, assunte con gli alimenti, e l’arsenico, contaminante dell’acqua potabile,
- cancerogeni biologici, come le infezioni di certi virus, batteri o parassiti.
L'invecchiamento è un altro fattore fondamentale per lo sviluppo del cancro. In effetti, l'incidenza del cancro aumenta drammaticamente con l'età, molto probabilmente a causa di un accumulo del rischio per i tumori specifici dell’anziano. L'accumulo del rischio globale si combina con la tendenza alla minore efficacia dei meccanismi di riparazione cellulare man mano che s’invecchia.
Importante è ribadire che più del 30% delle morti per cancro potrebbe essere prevenuto modificando o eliminando i principali fattori di rischio, come:
• l'uso del tabacco,
• il sovrappeso o l’obesità,
• la dieta non sana con bassa assunzione di frutta e verdura,
• la mancanza di attività fisica,
• l'uso di alcol,
• l’infezione HPV trasmessa sessualmente,
• l'inquinamento atmosferico urbano,
• il fumo interno da uso di combustibili solidi domestico.
Tra i fattori di rischio il tabacco è di gran lunga il più consistente, avendo causato più di uno su cinque decessi per cancro e quasi i tre quarti per quello del polmone. L'uso del tabacco causa, di fatto, il 22% circa delle morti per cancro a livello mondiale e circa il 71% delle morti globali per quello al polmone. In molti paesi a basso reddito le infezioni da HBV e HPV causano, invece, fino al 20% delle morti per cancro. Quindi, anche i comportamenti sessuali non sani, l'uso degli ormoni esogeni, le alterazioni del peso corporeo, il non adeguato esercizio fisico, la dieta non corretta e il consumo di alcol hanno un importante ruolo di rischio. In particolare, il consumo della carne rossa e trasformata, l’inadeguatezza di assunzione di fibre e l’eccesso di alcol, l’eccesso del peso corporeo e la scarsa attività fisica sono stati associati con il rischio del cancro intestinale.
È bene anche notare che circa il 44% dei casi di cancro e il 53% dei decessi per sua causa si sono verificati nei paesi a basso o medio HDI (Human Development Index). La globalizzazione e le tendenze all’occidentalizzazione di queste nazioni hanno, in effetti, sviluppato una rapida trasformazione sociale e i cambiamenti economici alla base di questo fenomeno.
Impressionanti sono poi le proiezioni per il futuro che stimano un aumento d'incidenza del cancro con 23,6 milioni di nuovi casi ogni anno entro il 2030. Ciò rappresenta un aumento del 68% rispetto al 2012 e più precisamente del 66% per i paesi a basso e medio HDI e del 56% per quelli con alto e altissimo.
È degno di nota come diversi studi abbiano documentato che i tassi di cancro nelle successive generazioni dei migranti si spostano nella direzione dei tassi prevalenti del paese ospitante. Ciò suggerisce che per la maggior parte dei tumori le variazioni internazionali nei tassi riflettono in gran parte le differenze dei fattori ambientali di rischio, tra cui lo stile di vita e la cultura, piuttosto che quelle genetiche. In generale, il fumo, le abitudini alimentari e i comportamenti riproduttivi sono stati riconosciuti i principali fattori di rischio per il cancro dei paesi occidentali ospiti, mentre gli agenti infettivi per quello dei paesi economicamente in via di sviluppo. Tuttavia, questi modelli stanno cambiando rapidamente. Difatti, mentre la prevalenza dei fumatori è in calo nei paesi economicamente sviluppati, essa è in aumento in alcuni paesi in via di sviluppo dell’America meridionale, dell’Asia e dell’Africa. Ad esempio, l'attuale prevalenza di fumatori tra gli uomini adulti in Occidente, compresi quelli degli Stati Uniti, è di circa il 20%, rispetto a oltre il 60% della Cina, dell’Indonesia, della Grecia e della Giordania. Inoltre, seguendo le abitudini culturali primordiali dei paesi occidentali, quelli meno sviluppati ed economicamente in transizione hanno aumentato il consumo dei grassi saturi e degli alimenti ad alta densità calorica. Questo dato, di fatto, con l’aumento dell’inattività fisica sta determinando un aumento dell'obesità in quelle aree del mondo in cui la povertà e la malnutrizione sono ancora gravosi problemi. Così che, tumori che una volta erano rari e considerati malattie proprie dei paesi occidentali, come quello del colon, della mammella e del polmone, ora sono sempre più spesso diagnosticati e con tassi in continua crescita in segmenti di popolazione dei paesi meno sviluppati o economicamente in transizione.
Oltre alle tendenze crescenti, il futuro onere del cancro nel mondo in via di sviluppo rischia di essere esasperato dai previsti aumenti della speranza di vita e della crescita della longevità della popolazione. Infatti, come prima riportato, nei paesi meno sviluppati la proporzione dei casi diagnosticati dovrebbe aumentare dai circa 56% del 2008 agli oltre 60% del 2030. Si prevede anche che il cancro diventerà la principale causa di morte nel mondo, superando, così, la cardiopatia ischemica.
Ahmedin JemalIn dell’American Cancer Society, Atlanta - Georgia e collaboratori hanno, a tale proposito, descritto l'evoluzione dei modelli globali d’incidenza e della mortalità del cancro e le opportunità per la prevenzione nei paesi in via di sviluppo (Cancer Epidemiol Biomarkers Prev August 2010 19; 1893.)
Per quanto riguarda, poi, i ventisette paesi dell'Unione europea nel 2008 sono state riconosciute affette da cancro 2,45 milioni di persone e 1,23 milioni sono decedute a causa di esso.
I numeri del cancro in Italia
In Italia il cancro, come seconda causa di morte dopo le malattie cardiovascolari, suole determinare circa un terzo di tutti i decessi. L’AIOM (Associazione italiana di oncologia medica) e l’AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori) contribuiscono a offrire i dati importanti e al contempo aggiornati sui numeri del cancro. Nell’edizione 2013 de “I numeri del cancro in Italia” si prevedeva per l’Italia la diagnosi di circa 366.000 nuovi casi di tumore maligno, corrispondenti a una media di circa 1.000 il giorno, di cui circa 200.000, il 55%, negli uomini e circa 166.000, il 45%, nelle donne. Da notare che i carcinomi della cute, orientativamente 71.000 casi, 38.000 nei maschi e 33.000 nelle femmine, per le loro peculiarità biologiche e cliniche e per la difficoltà di stimarne esattamente il numero, erano conteggiati separatamente. La frequenza con cui erano diagnosticati i tumori con esclusione di quelli cutanei era, quindi, in media di circa sette nuovi casi ogni 1.000 uomini ogni anno, ossia 692 ogni 100.000 abitanti/anno, e poco più di cinque casi ogni 1.000 donne, ossia 543 ogni 100.000 abitanti /anno. Pertanto, complessivamente circa sei casi ogni 1.000 persone avrebbero ottenuto la diagnosi di tumore maligno.
Escludendo i carcinomi della cute, il tumore più frequente in ambo i sessi risultava quello del colon-retto con oltre 54.000 nuove diagnosi per il 2013, seguito dal tumore della mammella con 48.000 nuovi casi, di cui il 98% nelle donne. Seguiva con 38.000 casi, dei quali quasi il 30% nelle donne, il cancro del polmone e, quindi, il tumore della prostata con quasi 36.000 casi. Considerando separatamente il sesso, negli uomini prevaleva il tumore della prostata con il 20% di tutti i tumori diagnosticati. Seguivano il tumore del polmone con il 15% e con tendenza alla sua riduzione nel tempo, il tumore del colon-retto con il 14%, il tumore della vescica con il 10% e il tumore dello stomaco con il 5%.
Nelle donne la maggiore frequenza era quella del tumore della mammella con il 29% sul totale. Seguivano il cancro del colon-retto con il 14%, del polmone con il 6%, del corpo dell’utero con il 5% e della tiroide con il 5%.
Considerando entrambi i sessi, e sempre escludendo i carcinomi della cute, il tumore del colon-retto rappresentava la patologia oncologica più frequente con il 14% del totale, seguita dal tumore della mammella, che, nonostante la sua estrema rarità nel sesso maschile, rappresentava il 13% di tutti i tumori diagnosticati in totale. Seguivano il cancro della prostata con l’11% e quello del polmone con l’11%.
Sulla base dei dati ISTAT (Istituto nazionale di statistica), circa 174.000 decessi tra gli oltre 581.000 verificatisi nel 2013 erano attribuibili a tumore che rappresentava la seconda causa di morte con il 30% delle titali dopo le malattie cardio-circolatorie con il 38%. Il carico del cancro era più consistente negli uomini, raggiungendo il 35% dei casi di morte con quota leggermente superiore a quella dovuta alle malattie cardio-circolatorie. Nelle donne, invece, tale percentuale era del 26%. Per il 2013, comunque, la stima in Italia era di circa 173.000 decessi causati da tumore, di cui 98.000 negli uomini e 75.000 nelle donne, secondo una frequenza media annua di circa 3,5 decessi ogni 1.000 uomini e di circa 2,6 decessi ogni 1.000 donne. In totale, quindi, ciò corrispondeva a circa tre decessi ogni 1.000 persone.
Negli uomini il carcinoma polmonare era la prima causa di morte per cancro a tutte le età con il 16% dei decessi nei giovani sino ai quarantanove anni, con il 30% negli adulti dai cinquanta ai sessantanove anni e con il 25% negli ultrasettantenni.
Nelle donne il tumore della mammella occupava il primo posto in tutte le età con il 28% dei decessi nelle giovani, con il 21% nelle adulte e con il 14% nelle ultra settantenni.
Silvia Rossi dell’Italian National Institute of Health, Rome - Italy e collaboratori hanno presentato aggiornamenti sugli indicatori epidemiologici di base (incidenza, prevalenza e mortalità) dei cinque principali tumori in Italia, ossia del polmone, della mammella, della prostata, del colon-retto e dello stomaco, includendo anche il melanoma della pelle e il cancro della cervice uterina. Hanno, così, fornito stime puntuali per il 2012 e gli andamenti nel tempo per il periodo 1970-2015 (Tumori 2013;99(3):416-424). Lo studio è stato realizzato nell’ambito del Programma Straordinario Oncologia su “La rete nazionale dei registri tumori: indicatori e controllo del cancro in Italia” e del progetto “Produzione e aggiornamento sistematico di stime a livello nazionale e regionale di alcuni tumori nella popolazione generale”, promossi dal Ministero della Salute Italiano e dal CCM (Centro per il Controllo delle Malattie).
I dati sulla mortalità per tumore erano raccolti dal 1970 per l'intera popolazione dall'Istituto Nazionale Italiano di Statistica (ISTAT), mentre quelli d’incidenza dai registri dei tumori della Rete Italiana AIRTUM. I dati rappresentavano le somme delle stime degli indicatori epidemiologici regionali, ricavate applicando il metodo statistico MIAMOD.
Il cancro alla mammella, quello al colon - retto e della prostata dimostravano i tassi d’incidenza più elevati per i prossimi anni con tendenza all’aumento per quello del seno, del colorettale maschile, del polmonare femminile e per il melanoma cutaneo. Per contro, le incidenze del cancro allo stomaco, di quello del collo dell'utero e del polmone maschile, siti notevolmente più comuni fino ai primi anni 1990, mostravano una tendenza alla continua diminuzione. Le stime di mortalità mostravano una tendenza al ribasso per tutti i tumori considerati con la sola eccezione del cancro del polmone nelle donne.
In conclusione, i risultati confermavano l’incremento medio annuo nel periodo 2000-2015 dello 8% per il tumore della prostata, del 5% per quello del colon retto, del 5% per il melanoma maligno. Si registrava, invece, un aumento contenuto per il cancro del polmone negli uomini e dello stomaco, a fronte dell’aumento importante di quello del colon-retto ed esplosivo dagli anni ‘90 di quello della prostata. In controtendenza rispetto agli uomini, tra i tumori in aumento costante si evidenziavano il melanoma cutaneo in ambo i sessi e il tumore del polmone nelle donne. Questo cancro, in effetti, mostrava di diventare la seconda causa di morte per cancro nelle donne dopo di quello al seno, superando quello dello stomaco e del colon-retto. Per contro, si evidenziava una riduzione per i carcinomi della cervice uterina. Per tutti gli altri tumori esaminati, la mortalità, al contrario, segnava una riduzione verosimilmente dovuta alla diffusione delle pratiche di screening e delle tecniche di diagnosi precoce. Secondo gli Autori, infatti, i dati invitavano a rafforzare le attività di prevenzione attraverso lo sviluppo delle misure di prevenzione più efficaci per i gruppi di popolazione a rischio. Emergeva anche la raccomandazione urgente di sostenere la sorveglianza del cancro tempestivamente e con continuità nella popolazione italiana attraverso i registri dei tumori al fine di monitorare la diffusione del rischio di cancro e di valutare l'impatto delle politiche di prevenzione e dei progressi terapeutici.
Di certo, anche in tal caso la maggiore longevità e l’invecchiamento demografico della popolazione, particolarmente marcati in Italia, devono aver contribuito a incrementare la prevalenza dei tumori che deve aver risentito del costante miglioramento della sopravvivenza degli ultimi decenni dei malati per effetto delle cure, ma soprattutto per la diffusione dello screening e delle tecniche di diagnosi precoce.
I numeri regionali del cancro in Italia
I risultati di questo tipo di studi, comunque, evidenziavano ancora una forte variabilità geografica, dimostrando una tendenza maggiore del rischio di ammalarsi di cancro nell’Italia centro-settentrionale, rispetto a quella meridionale. In particolare, l’incidenza del tumore della mammella mostrava aumento molto più rapido nelle regioni meridionali. Il cancro del polmone, con incidenza storicamente più elevata nel centro-nord, negli anni più recenti e per la prima volta mostrava nel meridione i maggiori livelli. In via di esemplificazione è utile riportare lo studio riguardante tre regioni italiane corrispondenti al settentrione, al centro e al meridione.
Per l’appunto, Gatta G dell’Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori, Epidemiology Unit, Milan – Italy e collaboratori hanno fornito le stime di prevalenza, d’incidenza e di mortalità dei sette principali tumori per tutta la regione Lombardia nel periodo 1970-2015, applicando lo stesso metodo del precedente lavoro (Tumori. 2013 May-Jun;99(3):277-84.).
In Lombardia nel 2012 erano diagnosticati circa 9.000 nuovi casi di cancro al seno, 8.500 colorettali, 7.200 prostatici e 6.700 polmonari. I tassi d’incidenza erano in continuo aumento nelle donne per il cancro al seno e al polmone e per il melanoma cutaneo in entrambi i sessi. Al contrario, i tassi erano in calo per la cervice uterina e per il cancro allo stomaco. Negli uomini il cancro del polmone, della prostata e del colon-retto mostravano un aumento, raggiungendo un picco in periodi diversi per poi diminuire. La prevalenza era aumentata per tutti i tumori considerati, ad eccezione che per il cancro della cervice. L'aumento era stato meno pronunciato per il cancro allo stomaco a causa della notevole riduzione della sua incidenza. Era stato, d’altro canto, sorprendente per il cancro al seno e alla prostata con rispettivi 116.000 e 58.900 casi prevalenti nel 2012. La mortalità era scesa per tutti i tumori considerati con la sola eccezione del cancro del polmone nelle donne.
In conclusione, il quadro offerto da questo lavoro dimostrava, secondo gli Autori, la crescente domanda dei servizi di oncologia, come una delle principali sfide per la regione. Tuttavia, la prevenzione primaria si confermava ancora l'unico modo per ridurre contemporaneamente la prevalenza, l'incidenza e la mortalità con il risparmio di vite e per utilizzare al meglio le risorse sanitarie.
Per altro canto, Rashid I dell’University of Modena and Reggio Emilia, Italy e collaboratori hanno fornito con lo stesso metodo del precedente lavoro le stime di prevalenza d’incidenza e mortalità per i sette principali tumori della regione Lazio per il periodo 1970-2015 (Tumori. 2013 May-Jun;99(3):359-65.).
Nel 2012 le sedi tumorali più frequenti erano state la mammella, il colon - retto e la prostata con rispettivamente 5.529, 5.315 e 4.759 nuovi casi diagnosticati. I tumori nelle donne con crescente trend d’incidenza erano il cancro al seno, al polmone, il melanoma cutaneo e negli uomini alla prostata, al colon-retto e il melanoma. I tassi d’incidenza del cancro alla cervice uterina e allo stomaco erano diminuiti, mentre erano aumentati quelli del polmone maschile, raggiungendo un picco alla fine del 1980 per poi diminuire. La prevalenza era aumentata per tutti i tumori considerati, ad eccezione del cancro della cervice. Nel 2012 il cancro al seno, quello al colon-retto e alla prostata avevano segnato la prevalenza più alta con rispettivamente 68.239, 36.617 e 33.934 casi. Nel periodo finale dello studio la mortalità dimostrava una diminuzione per tutti i tumori, tranne che per il cancro del polmone femminile. Nel 2012 i tassi di mortalità più elevati erano stati stimati per il cancro polmonare negli uomini e nelle donne, rispettivamente con ottantanove e quaranta decessi per 100.000.
In conclusione, queste stime davano una descrizione utile dei modelli del presente e del futuro per il cancro nella regione Lazio. Le proiezioni della prevalenza, dell’incidenza e della mortalità fornivano nuove informazioni per la pianificazione delle risorse sanitarie. Inoltre, ribadivano la necessità di rafforzare i programmi di screening organizzati, soprattutto per il cancro della mammella e del colon-retto.
Per loro conto, Galise I dell’University of Bari, Italy e collaboratori hanno fornito le stime di prevalenza, d’incidenza e di mortalità nella regione Puglia per sette cancri principali per il periodo 1970-2015, adottando lo stesso metodo del precedente lavoro (Tumori. 2013 May-Jun;99(3):382-9.).
I tassi d’incidenza apparivano ancora in aumento per il cancro al seno femminile, per quello del colon-retto negli uomini e per il melanoma cutaneo in entrambi i sessi. Al contrario, gli stessi indicavano una tendenza alla diminuzione per il cancro della cervice uterina e per quello allo stomaco in entrambi i sessi. Per queste patologie si osservava un andamento analogo nella mortalità, a conferma della riduzione dei fattori di rischio. I tassi d’incidenza per il cancro del polmone e della prostata negli uomini erano stimati in ascesa, con raggiungimento di un picco per poi diminuire nell'ultima parte del periodo in esame. La prevalenza aumentava per tutti i tumori considerati, con eccezione per il cancro della cervice. L'aumento era sorprendente per il cancro al seno e meno pronunciata per quello dello stomaco in entrambi i sessi.
In conclusione, i risultati dello studio, secondo gli Autori, fornivano una descrizione del carico dei principali tumori fino al 2015. Si evidenziava, difatti, la necessità di rafforzare le misure di prevenzione efficaci per contrastare i tumori legati allo stile di vita e ad aumentare il rispetto dei programmi di screening organizzati per ridurre l'onere del cancro del colon-retto e di quello al seno.
Il cancro in Italia a confronto con altri paesi
Gli studi in precedenza riportati hanno evidenziato complessivamente per i tumori degli uomini italiani che i tassi d’incidenza non si discostavano da quelli degli Stati Uniti, peraltro in calo per la riduzione dell’incidenza del tumore della prostata. Inoltre, l’elevata incidenza complessiva italiana appariva legata soprattutto alla presenza marcata, anche se in diminuzione, del tumore del polmone, ma anche del colon retto, dello stomaco e della vescica.
La mortalità negli uomini italiani affetti da cancro era fortemente sostenuta soprattutto dalla forma polmonare e del colon-retto. Per le donne italiane, invece, l’incidenza, sostanzialmente allineata agli altri paesi occidentali, presentava valori inferiori per la forma polmonare, forse in rapporto alla ridotta diffusione del fumo in questo sesso. In Italia, comunque, la sopravvivenza per tutti i tumori era in aumento, come in tutti gli altri paesi occidentali a conferma della qualità delle cure e per il miglioramento e la diffusione delle metodiche di diagnosi precoce e dell’affinamento delle strategie terapeutiche.
Lo IARC (International Agency for Research on Cancer), attraverso i suoi programmi di collaborazione con i registri dei tumori basati sulla popolazione in Europa, membri dell’ENCR (European Network of Cancer Registries) ha fornito le stime dell’onere del cancro a livello europeo e degli stati membri degli ultimi venticinque anni. In verità, come osservato nel 2008, l’Europa sopporta un carico significativo del cancro, nonostante una popolazione totale comprendente solo un nono di quella mondiale.
In via riassuntiva e per confronto, Ferlay J dell’International Agency for Research on Cancer (IARC), France e collaboratori hanno valutato l’incidenza e la mortalità per venticinque tipi di cancro nell’Unione europea dei ventisette per il 2012 (Eur J Cancer. 2013 Apr;49(6):1374-403.).
Gli Autori hanno, così, documentato circa 3.450.000 nuovi casi di tumore, escluso il non-melanoma della pelle, di cui il 53%, pari a 1,8 milioni, negli uomini e il 47%, pari a 1,6 milioni, nelle donne.
I decessi per la malattia erano 1,75 milioni.
La sede più comune era quella del seno femminile con 464.000 casi, il 13,5% di tutti i tumori, seguito dal colon-retto con 447.000, il 13,0%, dalla prostata con 417.000, il 12,1%, e dal polmone con 410.000, l’11,9%. Questi quattro tumori rappresentavano la metà, il 50,5%, dello stimato peso complessivo di cancro in Europa per il 2012.
Negli uomini le sedi primarie più comuni erano la prostata con il 22,8% del totale, il polmone con il 15,9%, il colon-retto con il 13,2 % e la vescica con il 6,5%.
Nelle donne il tumore al seno era notevolmente quello più frequentemente diagnosticato con il 28,8% dei totali, seguito dal colorettale con il 12,7%, dal polmonare con il 7,4% e dal corpo dell'utero con il 6,1%.
In Europa il numero stimato in totale dei decessi per cancro nel 2012 era di 1,75 milioni, di cui il 56%, pari a 976.000 casi, negli uomini e il 44%, pari a 779.000, nelle donne.
Il cancro al polmone con una stima di 353.000 decessi, un quinto dei totali, si presentava nel 2012 in Europa come la causa più frequente di morte per cancro. Seguiva il cancro del colon-retto con quasi 215.000 decessi, il 12,2 %, il tumore al seno con 131.000, il 7,5% e quello dello stomaco con 107.000, il 6,1%. Il cancro al polmone, quindi, continuava a essere la causa più comune di morte per cancro negli uomini con 254.000 decessi, il 26,1%, seguito dal colon-retto con 113.000, lo 11,6% e dal prostatico con 92.000, il 9,5%.
Nelle donne, invece, il cancro al seno era la principale causa di morte con 131.000 casi, il 16,8%, seguito dal colon-rettale con 102.000, il 13,0%, e dal polmonare con quasi 100.000 decessi, il 12,7%.
Il cancro al seno era nel 2012 il leader nelle donne di tutti i paesi d'Europa con i più alti tassi d’incidenza nell’area occidentale e in particolare in Belgio (147), in Francia (137) e Olanda (131). Pur tuttavia, anche nell’Europa settentrionale presentava un’alta incidenza, soprattutto nel Regno Unito (129) e nei paesi nordici, come la Danimarca (143), l’Islanda (131) e la Finlandia (121). In confronto, i tassi d’incidenza nei paesi dell'Europa orientale, come l'Ucraina (54) e la Moldavia (53), erano notevolmente inferiori. I tassi di mortalità, infatti, erano più alti nel Nord, come nel Belgio (29), Danimarca (28), e nel Sud, come nella Serbia (31) e nella Macedonia (36). Peraltro, mentre l'elevato tasso di mortalità nei paesi del nord era corrispondente all’incidenza, nel sud si rilevava un alto tasso mortalità rispetto all’incidenza, a conferma di una sopravvivenza sfavorevole.
L’incidenza del cancro colorettale era leggermente più alta negli uomini rispetto alle donne con i tassi maggiori negli uomini dell'Europa centrale, come la Slovacchia (92 per 100.000), l’Ungheria (87) e la Repubblica Ceca (81), e nelle donne della Norvegia (54), della Danimarca (53) e dell’Olanda (50). Si riscontravano variazioni fino a cinque volte nei tassi d’incidenza in tutto il continente con i tassi più bassi negli uomini (30) e nelle donne (19) dei paesi balcanici, della Bosnia-Erzegovina, della Grecia (25, 17) e dell'Albania (13, 11). I modelli geografici della mortalità seguivano parzialmente l’incidenza, anche se la mortalità era pur alta in alcuni paesi con tassi d’incidenza relativamente bassi, come la Moldavia, la Russia, il Montenegro, la Polonia e la Lituania.
I tassi d’incidenza del cancro alla prostata variavano di oltre sette volte (25-193 per 100.000) con quelli più alti nelle aree settentrionali e occidentali, come la Norvegia (193) e la Francia (187), e i più bassi nei paesi dell'Europa centrale e orientale, come la Moldavia (30) e l'Albania (25). Rispetto all’incidenza, la mortalità variava molto meno, con i più alti tassi in Lituania (36) e in Danimarca (34) e i più bassi a Malta (14) e in Albania.
L'incidenza del cancro del polmone negli uomini era più alta nell’Europa centrale e orientale, come l’Ungheria (109), la former Yugoslav Republic of Macedonia (102), la Serbia (99) e la Polonia (90). Era più bassa, invece, nei Paesi dell’Europa settentrionale, come la Finlandia (45) e la Svezia (29). L'inverso era osservato nelle donne con tassi elevati nell’Europa settentrionale, come la Danimarca (55) e l’Olanda (44), e nell’Europa orientale, come l'Ucraina e la Bielorussia (9) o la Federazione russa (10). Per entrambi i sessi i tassi più elevati erano osservati in Ungheria e i più bassi a Cipro. La mortalità rispecchiava i modelli d’incidenza per entrambi i sessi. Il cancro al polmone, comunque, negli uomini era la principale causa di morte per cancro in tutti i paesi, tranne che per la Svezia. Peraltro, le donne in un numero crescente di paesi mostravano di morire di cancro al polmone più comunemente che per cancro al seno.
In conclusione, questi aggiornati dati del carico del cancro in Europa, accanto alla descrizione della distribuzione variabile dei tumori comuni, sia a livello regionale sia nazionale, fornivano la base per stabilire le priorità per le azioni di controllo della malattia nel continente. Gli Autori, in effetti, precisavano il ruolo importante dei registri tumori per la sorveglianza delle malattie e per la loro pianificazione e valutazione. Pur tuttavia, questa funzione e validità, sempre più riconosciuta, richiedevano un continuo ulteriore sostegno.