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notiziario settembre 2010 N°9 - Livelli di vit. “D” e rischio di malattie cardiometaboliche

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Indice
notiziario settembre 2010 N°9
Vitamina “D” e malattie cardiometaboliche
Calcio vitamina “D” e DM 2 nel NHS
Potenziali meccanismi favorevoli della vit. “D” e calcio nel DM2
Rischio di diabete e livelli di vit. “D”
Livelli di vit. “D” e rischio di malattie cardiometaboliche
Livelli di vit. “D” e malattia CV
Effetti razziali delle integrazioni di vit. “D” nel DM2
Lo studio TIDE
I supplementi di calcio aumentano il rischio d’infarto?
Integratori di vit. “D” e rischio CV
Integratori di calcio e calcium score delle coronarie
Potenziale Ruolo della Vitamina “D” nella prevenzione CV
Ipovitaminosi “D” e scompenso
Ipovitaminosi “D” e PAD
Quali soglie di vitamina “D” per la stratificazione del rischio cardiovascolare?
Integrazione di vitamina “D” in soggetti carenti, associata a un ridotto rischio cardiovascolare
Tutte le pagine

Livelli di vit. “D” e rischio di malattie cardiometaboliche

D’altro canto, Parker J e coll. dell’University of Warwick, United Kingdom, con lo scopo di valutare l'associazione tra i livelli di 25OHD con le patologie cardiometaboliche, tra cui le malattie cardiovascolari, il diabete e la sindrome metabolica, hannoanch’essi effettuato una revisione sistematica della letteratura corrente nei meriti. Hanno, di fatto, voluto stimare il rischio di sviluppare disturbi cardiometabolici in rapporto alle concentrazioni più alte e più basse di vitamina serica (Diabetes Metab Res Rev. 2009 Jul;25(5):417-9). Hanno, quindi, identificato 28 studi da 6.130 referenze comprendenti 99.745 partecipanti. Gli AA. hanno, così, rilevato che i livelli elevati di 25OHD serica si associavano con una riduzione del 43% di disturbi cardiometabolici [OR 0,57, 95% (IC 0,48-0,68)]. In particolare, gli alti livelli di vitamina erano associati a una sostanziale diminuzione delle malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e sindrome metabolica nella popolazione di mezza età e negli anziani. Degno di nota è che se tale rapporto si dovesse rivelare reale, assumerebbero importanza gli interventi mirati alla carenza di vitamina “D” nella popolazione adulta per poter efficacemente rallentare l'epidemia in corso delle patologie cardiometaboliche.



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