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notiziario settembre 2010 N°9 - Integrazione di vitamina “D” in soggetti carenti, associata a un ridotto rischio cardiovascolare

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Indice
notiziario settembre 2010 N°9
Vitamina “D” e malattie cardiometaboliche
Calcio vitamina “D” e DM 2 nel NHS
Potenziali meccanismi favorevoli della vit. “D” e calcio nel DM2
Rischio di diabete e livelli di vit. “D”
Livelli di vit. “D” e rischio di malattie cardiometaboliche
Livelli di vit. “D” e malattia CV
Effetti razziali delle integrazioni di vit. “D” nel DM2
Lo studio TIDE
I supplementi di calcio aumentano il rischio d’infarto?
Integratori di vit. “D” e rischio CV
Integratori di calcio e calcium score delle coronarie
Potenziale Ruolo della Vitamina “D” nella prevenzione CV
Ipovitaminosi “D” e scompenso
Ipovitaminosi “D” e PAD
Quali soglie di vitamina “D” per la stratificazione del rischio cardiovascolare?
Integrazione di vitamina “D” in soggetti carenti, associata a un ridotto rischio cardiovascolare
Tutte le pagine

Integrazione di vitamina “D” in soggetti carenti, associata a un ridotto rischio cardiovascolare

S

empre Tami Bair e collaboratori, sulle premesse della particolare prevalenza d’ipovitaminosi “D”, causa non solo di malattie dello scheletro ma anche di cardiovasculopatie tanto da poter essere considerata come marker di rischio, hanno voluto determinare se la normalizzazione del basso livello di partenza di vitamina “D” (<a> 30 ng/mL) potesse associarsi a una riduzione del rischio cardiovascolare stesso (J. Am. Coll. Cardiol. 2010;55;A59.E564). Hanno, quindi, valutato prospetticamente 9.491 pazienti con un grado inizialmente basso di vitamina (<30) definendo almeno un livello nel follow-up e utilizzando l'ultimo per stimare la normalizzare (> 30) con l’associazione della riduzione del rischio CV.

La vit. “D” di base nei pazienti carenti con media di 57 ± 19 anni, per il 77,9% femmine, era 19,3 ± 6. Di essi un totale di 4.507, il 47%, ha segnato un aumento (D> 30) con una riduzione del rischio di morte, di SCA, di scompenso e d’insufficienza renale (vedi tabella). 

Gli AA., sulla base di tali dati, hanno concluso che la normalizzazione dei livelli di Vit “D” nei casi di suo deficit, adottando, peraltro, testpoco costosie terapia sicura e di facile somministrazione, assume un indiscutibile vantaggio di salute. 



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