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notiziario Aprile 2013 N.4 ALIMENTAZIONE E SALUTE: LA CARNE - La truffa globale della carne adulterata

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Indice
notiziario Aprile 2013 N.4 ALIMENTAZIONE E SALUTE: LA CARNE
Globalizzazione e alimentazione
Definizione e proprietà delle carni rosse
Carne rossa e malattie cardiovascolari
Carne rossa e cancro
Cuore a rischio con carni rosse e microflora intestinale impropria
La truffa globale della carne adulterata
Tutte le pagine

La truffa globale della carne adulterata

In Europa si è verificata di recente la vendita di prodotti di carne adulterata.  Alimenti pubblicizzati come contenenti carne bovina sono stati, invece, esaminati e riconosciuti ripieni fino al 100% di carni non dichiarate di cavallo e di altri tipi, come quella di maiale. Il problema è venuto alla luce il 15 gennaio 2013 quando è stato segnalato che il DNA di cavallo era stato scoperto nei beefburgers congelati e venduti nei diversi supermercati irlandesi e britannici. A tal proposito, bisogna notare che, mentre la carne di cavallo è generalmente consumata in molti paesi e non è dannosa per la salute, essa rappresenta un blocco psichico per molte popolazioni, come quelle del Regno Unito e dell'Irlanda. L'analisi ha dichiarato che ventitré dei ventisette campioni di hamburger di manzo conteneva anche il DNA di suino, che allo stesso modo è un alimento interdetto nelle comunità musulmane ed ebraiche.
Pur non essendo un problema diretto di sicurezza alimentare, la truffa ha rivelato una rottura importante nella tracciabilità della filiera alimentare e, quindi, un certo rischio che negli alimenti che ci vengono proposti dal commercio possano essere disinvoltamente inclusi ingredienti indesiderati o addirittura dannosi. Peraltro, c’è da dubitare che possano essere entrati nella catena di approvvigionamento alimentare cavalli sportivi, trattati molto frequentemente con il fenilbutazone, anche se vietato. Dopo la prima notizia nei paesi anglosassoni la truffa è stata verificata in altri tredici paesi europei.
La Coldiretti in Italia ha dichiarato che quasi un campione su cinque esaminati era risultato adulterato dalla presenza di carne equina non indicata nell’etichetta. Tutto ciò sulla base dei risultati delle attività di controllo del Ministero della Salute. Sui 454 campioni prelevati, ben novantatré risultavano, infatti, positivi alla carne equina per oltre l'1% per cento, senza che fosse dichiarata. In nessun campione, però, era rilevata la presenza di fenilbutazone, ma il dato non riduceva la gravità del fatto. Difatti, tutto ciò faceva emergere perplessità sul giro vorticoso delle partite di carne mobilitate in tutta Europa attraverso intermediazioni poco trasparenti che favoriscono il verificarsi di frodi e inganni a danno delle imprese e dei consumatori. S’intravede, in effetti, un meccanismo di possibili contaminazioni, sia per le multinazionali sia per le piccole aziende. La Coldiretti ha in proposito precisato che, per evitare il ripetersi di tali emergenze e dipanare ogni dubbio sulle effettive caratteristiche del cibo che si porta a tavola, si rendono necessari interventi strutturali, come l’obbligo di indicare la provenienza degli alimenti in etichetta per farla conoscere ai consumatori e scoraggiare il proliferare dei passaggi che favoriscono le truffe.



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