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notiziario Febbraio 2012 N°2 - DEPRESSIONE COME MALATTIA SISTEMICA II° parte - IL MODELLO FISIOPATOLOGICO DELLA DEPRESSIONE

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Indice
notiziario Febbraio 2012 N°2 - DEPRESSIONE COME MALATTIA SISTEMICA II° parte
IL MODELLO FISIOPATOLOGICO DELLA DEPRESSIONE
l'ipotesi aminergica della depressione
la base neurochimica della depressione
Depressione, infiammazione e sistema immunitario
Depressione, infiammazione e sistema immunitario
CLASSIFICAZIONE DELLA DEPRESSIONE
DIAGNOSI DELLA DEPRESSIONE
Il questionario per il paziente depresso PHQ-9
La diagnosi differenziale della depressione
Tutte le pagine

IL MODELLO FISIOPATOLOGICO DELLA DEPRESSIONE

Mentre Freud raffigurava il modello della depressione come una risposta a una perdita interna associata a una mancanza di autostima e sentimenti di colpa e derivante dalla rabbia e dall'aggressività contro se stesso, in seguito la biologia moderna, introducendo il trattamento farmacologico verso il sistema monoaminergico da parte dei TCA (antidepressivi triciclici), SSRI (serotonin reuptake inhibitors) / SNRI (Serotonin-Noradrenalin Reuptake Inhibitors), IMAO (inibitori delle monoamino ossidasi), ha indicato, invece, i disturbi del sistema neurotrasmettitoriale come gli elementi essenziali nella patogenesi della malattia. In effetti, la depressione si caratterizza come un’infermità eterogenea derivante, in concomitanza a eventi psicosociali scatenanti, da una disfunzione dei diversi sistemi metabolici o dei trasmettitori cerebrali. In conformità a tale ipotesi, sono state condotte ricerche, per definirne soprattutto i ruoli, sulle sostanze localizzate nei tratti e nei nuclei cerebrali, implicate nella regolazione del sonno, della ricompensa, dell’appetito e dell’espressione delle emozioni: la noradrenalina (NA), la serotonina (5HT), la dopamina (DA). Contemporaneamente, si sono svolti studi clinici e di base per chiarire il meccanismo d’azione dei farmaci antidepressivi. Particolare interesse, peraltro a tale proposito, è derivato dalla segnalazione che la reserpina e altri composti, che depletano il contenuto di catecolamine a livello centrale e periferico, possono indurre i sintomi depressivi.



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