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notiziario aprile/maggio 2011 n°4 - CONOSCERE L'INSONNIA PER MEGLIO COMBATTERLA - Le varie forme dei disturbi del sonno

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Indice
notiziario aprile/maggio 2011 n°4 - CONOSCERE L'INSONNIA PER MEGLIO COMBATTERLA
Note introduttive sull'insonnia
Definizione dell'insonnia
Le varie forme dei disturbi del sonno
Durata dell'insonnia
Epidemiologia dell'insonnia
L'eziologia dell'insonnia
La valutazione del sonno
Quale strategia nella cura dell'insonnia cronica primaria?
I trattamenti non farmacologici nell'insonnia
Gli obiettivi di cura e i principi d'igiene del sonno
Il farmaco ipnotico ideale
Le benzodiazepine nella cura dell'insonnia
Tutte le pagine

Le varie forme dei disturbi del sonno

Il ritardo con cui questa designazione nosologica si è andata concretando nella cultura generale e professionale ha comportato, invero, una chiara implicazione di non diagnosi e/o non cura in forma mirata e selettiva, con la rilevante ripercussione derivante dalla sua alta frequenza nella popolazione. Essa, caratterizzata in alcuni studi di neuroimaging funzionale del cervello, in particolare la PET e la SPET, da un aumento del metabolismo e dell'attività neuronale con una maggiore funzione dei brain arousal systems, è classificata tra le dissonnie, in contrapposizione alle parasonnie. A tale proposito, l'American Sleep Disorders Association classifica e descrive i disturbi del sonno in diverse varie forme:

  • le dissonnie, caratterizzate da un'alterazione della quantità, della qualità o del ritmo del sonno,
  • le parasonnie, definite da comportamenti anomali o da eventi fisiopatologici durante il sonno,
  • i disturbi del sonno secondari a malattie, legati a condizioni psichiatriche, come i disturbi d'ansia, i disturbi affettivi e la psicosi, a malattie neurologiche, come il morbo di Parkinson, a malattie internistiche, come l'angina, il reflusso gastroesofageo, i tumori.

Le DISSONNIE comprendono:

  1. I disturbi del sonno intrinseci, non causati da fattori esterni, come:
    • l'insonnia psicofisiologica, determinata dall'ansia di dover dormire, per cui più si tenta di dormire più crescono la frustrazione e le ore d'insonnia,
    • l'ipersonnia, definita da una sonnolenza eccessiva di almeno un mese,
    • la narcolessia, definita da ripetuti e irresistibili accessi di sonno con perdita del controllo muscolare,
    • i disturbi del sonno connessi a problematiche respiratorie, come le crisi di apnea o l'ipoventilazione.
  2. I disturbi del sonno estrinseci, causati da elementi di disturbo esterni che interferiscono sul sonno come:
    • l'errata igiene, condizionata da attività quotidiane incompatibili con il mantenimento di una buona induzione di qualità del sonno e di una buona vigilanza diurna, come l'attività fisica tardiva giornaliera o l'irregolarità del sonno/veglia,
    • l'adattamento o la costrizione ambientale;
    • l'altitudine,
    • l'allergia alimentare,
    • l'insufficienza del sonno, come sindrome vera e propria,
    • i farmaci, come gli ipnotici, gli stimolanti, gli alcolici o le sostanze tossiche.
  3. I Disturbi del sonno da alterazioni del ritmo circadiano, insonnie con sfasamento del ritmo biologico come:
    • la sindrome da jet-lag con squilibrio sonno/veglia, obbligato da particolari circostanze,
    • la sindrome dei turnisti, ossia dei lavoratori con turni a rotazione durante la notte, contrastati nella continuità del sonno,
    • la sindrome da ritardo della fase del sonno in chi è abituato a dormire tardi senza riuscire ad anticipare le ore di sonno,
    • la sindrome da anticipo della fase del sonno in chi non riesce a rimanere sveglio la sera e presenta risvegli spontanei nelle prime ore del mattino.

Le PARASONNIE comprendono:

  • i disturbi del risveglio, come quelli confusionali, il sonnambulismo e il pavor nocturnus con brusco risveglio, annunciato di solito da un grido o un pianto,
  • i disturbi della transizione sonno-veglia con movimenti ritmici nel sonno, crampi notturni o sonniloquio,
  • le parasonnie, come gli incubi, solitamente associate al sonno profondo REM,
  • le altre parasonnie, come la sindrome della morte improvvisa del lattante o l'enuresi notturna.

Usuali conseguenze dell'insonnia sono la sonnolenza diurna, la perdita della concentrazione, l'irritabilità, la preoccupazione per il sonno stesso, la perdita di motivazione o di altre performance giornaliere, come dimostrato in più studi. L'insonnia, classificata su base eziologica, si suddivide, come già citato, in primaria, senza che nessun'altra causa sottostante possa essere identificata, o secondaria perché dipendente dalla presenza di una malattia ben riconosciuta che la promuove e la mantiene nel tempo.

La forma primaria potrebbe, in effetti, essere collegata all'ipereccitazione generalizzata lungo un certo numero di sistemi biologici e psicologici. I pazienti, difatti, mostrano alla tomografia a emissione di positroni un aumento del metabolismo cerebrale del glucosio, sia da svegli sia da addormentati, con aumento dell'attività beta e una diminuzione di quella theta e delta elettroencefalografiche durante il sonno, un aumento del ritmo metabolico delle ventiquattro ore e più elevati livelli di ormone adrenocorticotropo e di cortisolo.
L'insonnia, peraltro, può essere definita in forma iniziale, centrale e finale in rapporto al periodo della sua comparsa nelle ore della notte oppure in rapporto alla durata e alla frequenza dei sintomi.



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