Gli obiettivi di cura e i principi d'igiene del sonno
In aggiunta a quanto riportato in tabella, seguendo le indicazioni della Coldiretti sono anche da evitare le patatine fritte, le portate con dado da cucina, il cioccolato, il cacao, il caffè, il tè, il curry, il pepe, la paprika, i superalcolici, i salatini e gli alimenti in scatola. I cibi permessi, invece, sono la pasta, il riso, il pane, l'orzo, la lattuga, il radicchio rosso, l'aglio, la zucca, le rape, il cavolo, i formaggi freschi, lo yogurt, le uova bollite, l'infuso caldo di miele, il latte caldo e la frutta dolce.
L'Associazione britannica per la psicofarmacologia ha recentemente rilasciato nuove linee guida per i disturbi del sonno, destinate a essere raccomandazioni complete per gli operatori sanitari nella gestione dei pazienti, sia nelle cure mediche primarie sia secondarie (J Psychopharmacol November 2010 24: 1577-1601). Secondo tali norme, il trattamento psicologico sarebbe appropriato perché l'insonnia è un disordine psicofisiologico in cui giocano sia fattori predisponenti mentali e comportamentali sia scatenanti che perpetuano il disturbo. La CBT, proprio come farmacoterapia del sonno, impiega un pacchetto d'interventi, individuali o in gruppo, destinati a chi soffre di scarso sonno per giungere a comportarsi come chi dorme bene. L'American Academy of Sleep Medicine ha approvato il trattamento non farmacologico in prima istanza per l'insonnia cronica, come efficace e affidabile, da proseguire anche dopo necessità dei farmaci, rilevando anche le condizioni di migliore predittività alla sua risposta.
Il NIH Consensus and State of the Science Statements, Vol 22, N 2 June 2005 ha riportato a pagina quattordici: "La CBT si è rilevata, nel trattamento a breve termine dell'insonnia cronica, efficace quanto i farmaci. Inoltre, vi sono indicazioni che i suoi effetti benefici, a differenza di quelli prodotti dai farmaci, possono durare ben oltre la cessazione del trattamento attivo ".
Peraltro, diverse meta-analisi hanno riassunto l'efficacia sia della terapia cognitivo-comportamentale sia farmacologica anche in via comparativa. I dati, in coerenza con le conclusioni della NIH State-of-the-Science Conference Statement del giugno 2005, confermano che:
- sia i BZRA (Benzodiazepine receptor agonists) sia la CBT sono efficaci a breve termine ma con la CBT dotata, di effetti più durevoli in caso di sua sospensione,
- le prove sul possibile mantenimento di efficacia degli BZRA sono scarse nel trattamento a lungo termine.
Peraltro, i profili di sicurezza sono molto favorevoli per ogni tipo di cura. A oggi, però, sono stati condotti sugli BZRA solo pochi studi nei meriti, senza confronto dell'efficacia e della sicurezza dei farmaci.
In una recente meta-analisi Riemann e Perlis (Sleep Med Rev. 2009 Jun;13(3):205-14) hanno anche concluso che durante il periodo di trattamento la CBT e i farmaci producevano miglioramenti comparabili, che la prima produceva significativi benefici a lungo termine e che gli effetti a lungo termine della terapia farmacologica non erano stati riportati.