DANNI COGNITIVI DELL’IPERTENSIONE IN ETÀ PEDIATRICA
Marc Lande e coll. dell’University of Rochester Medical Center, considerando che le facoltà mentali del bambino possono risentire della crescente epidemia dell’obesità e ipertensione, basandosi sul fatto che gli adulti ipertesi hanno spesso problemi cognitivi ma concomitanti a malattie croniche come fumo o alcol hanno studiato 32 soggetti dai 10 ai 18 anni, ipertesi di nuova diagnosi, confrontati con 32 controlli (The Journal of Pediatrics, 2009; 154 (2): 207). Lande ha tratto stimolo a questo studio dopo aver notato una correlazione tra la pressione alta e più bassi punteggi nei test neuro cognitivi in un data set rappresentativo a livello nazionale, NHANES III, il National Health and Nutrition Examination Survey condotto tra il 1988 e il 1994. Anche se il gruppo d’ipertesi ha dimostrato un rendimento non abbastanza scarso da richiedere un intervento clinico, i risultati erano significativamente differenti rispetto al gruppo senza ipertensione. Inoltre, in più della metà dei bambini con ipertensione e obesità si sono dimostrate clinicamente significative l'ansia e la depressione. Gli AA hanno postulato, dietro la scorta dei loro dati, che i cambiamenti cognitivi dimostrati possono, di certo, rappresentare le manifestazioni molto precoci dei danni al cervello dovuti all’ipertensione, che possono precedere di molto quelli più evidenti, come l'ictus. Peraltro, risultati preliminari sembrano suggerire che il trattamento dell'ipertensione nei bambini può migliorare le loro funzioni cognitive ed esecutive, indicando che i cambiamenti cognitivi associati all’ipertensione possono essere reversibili con il trattamento di normalizzare dei valori tensivi.