IL CONSUMO APPROPRIATO GIORNALIERO DI VITAMINA “D”
Gli studi suggeriscono che il consumo giornaliero di vitamina “D” dovrebbe essere molto più in alto delle 400 UI/die. Pertanto, assunzioni giornaliere nella gamma dalle 800 alle 1000 UI/die dovrebbero essere fortemente prese considerazione. Anche se ci sono preoccupazioni per quanto riguarda la tossicità della vitamina D, non sono stati riportati, fino ad oggi, effetti indesiderati legati a consumi che superano il limite superiore delle 2000 UI/die. In ogni caso, si dovrebbero incoraggiare le valutazioni seriche dei livelli di vitamina in una gamma più ampia di pazienti. I sintomi, consistenti in nausea, vomito, anoressia, calcificazioni nei reni sarebbero legati all’ipercalcemia. Comunque, va sempre considerata la mancanza di adeguata esposizione solare o l'uso cronico di sua protezione. In uno studio di Boston, l'esposizione delle mani, viso, braccia alla luce del sole dai cinque ai quindici minuti il giorno tra le 11-14 ha dimostrato un adeguato apporto di vitamina. Una dose eritemica minima di 0,5 UVB alle braccia e gambe equivale, di fatto, a 3000 UI di Vitamina “D”.
In caso di dieta carente di Vitamina è utile, di solito, somministrare dalle 1.500 alle 5.000 UI di vitamina D2 per via orale il giorno o 50.000 UI a settimana oppure dalle 10.000 alle 50.000 UI per via intramuscolare il mese. Nel malassorbimento per i grassi è utile somministrare dai 20 ai 30 mcg il giorno e nella cirrosi, sindrome nefrosica, insufficienza renale, resezione gastrica o intestinale, uso cronico di rifampicina, corticosteroidi, anticonvulsivanti, 0,15-0,5 mcg di 1,25 di-idrossivitamina-D il giorno.
Apporti giornalieri di vitamina “D” dalle 800 alle 1.000 UI sono una dose ragionevole per gli adulti per mantenere i suoi livelli > 32 ng/mL (80 nmol/L).
L'AAP (American Academy of Pediatrics) ha raddoppiato la dose raccomandata di vitamina “D” alle 400 UI il giorno per neonati, bambini e adolescenti. Dosi maggiori di 50,000 IU/die si possono associare a ipercalcemia e iperfosforemia.
Nei pazienti con carenza grave di vitamina D occorrono 50.000 UI di vitamina D giornaliere da una a tre settimane, seguite da una dose settimanale di 50.000 UI. Dopo il reintegro delle scorte dell’organismo sono utili, come mantenimento, 800 UI il giorno o 50.000 UI una volta o due volte il mese. La mancanza di esposizione al sole, il malassorbimento, o l’uso di farmaci antiepilettici può richiedere dosi di mantenimento più elevato fino a 50.000 UI da una a tre volte la settimana. Nei pazienti critici, l'albumina, corretta per i livelli di calcio, può sottovalutare l’ipocalcemia vera o ionizzata, pertanto, bisogna misurare il calcio ionizzato, soprattutto nei pazienti delle unità intensive.