Peraltro, il pesce costituisce una delle sue migliori fonti alimentari per cui, combinando insieme esposizione solare e dieta appropriata, si ottengono i migliori risultati. D’altro canto, è considerato quasi impossibile subire effetti negativi dall’ipervitaminosi D, difatti, i bagnini, che trascorrono intere giornate al sole, presentano, in genere, livelli di vitamina “D” di circa 45-65 ng/mL e l’ipercalcemia non è un problema, con l'eccezione dei casi alla presenza di rare malattie granulomatose.
La vitamina “D”, oltre che aumentare l'assorbimento intestinale del calcio, ridurre i livelli di ormone paratiroideo e migliorare la quantità e la qualità del tessuto osseo, ha un effetto benefico vascolare, proteggendo dall’arteriopatia periferica e dall’infarto del miocardio.La sua carenza può, difatti, aumentare il rischio di malattie cardiovascolari attraverso tre possibili meccanismi:
- in primo luogo, causando uno squilibrio tra le citochine anti-infiammatorie e pro infiammatorie riducendo l'attività di NF-κB, aumentando la produzione di IL-10, diminuendo l’IL-6, IL-1, l’interferone γ e il TNFα,
- in secondo luogo, attraverso i recettori specifici delle cellule endoteliali la cui stimolazione inibisce la proliferazione delle cellule,
- in terzo luogo, attraverso l’attivazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone con sviluppo d’ipertensione.
D’altro canto, gli alti livelli di calcitriolo, difatti, riducono l'attività della renina plasmatica, con conseguente riduzione delle concentrazioni plasmatiche di angiotensina II, della pressione arteriosa, dell'infiammazione dell'endotelio vascolare, della progressione dell'aterosclerosi.
Pertanto, livelli adeguati di vitamina “D” sono necessari per una buona salute vascolare. Inoltre, l’1,25-diidrossicolecalciferolo, metabolita attivo della vitamina, si lega con il recettore specifico, attivando il CYP3A4, enzima del sistema del citocromo P450 che metabolizza l’atorvastatina. Pertanto, i livelli bassi di vitamina D possono ridurre l'attività del CYP3A4, aumentando i livelli di atorvastatina e, quindi, aumentandone l’azione. Le statine, efficaci inibitori della HMG-CoA reduttasi, com’è noto, agiscono principalmente riducendo i livelli di colesterolo e di trigliceridi essendo e sono per questo usati, ormai tassativamente, nella prevenzione primaria e secondaria delle malattie cardiovascolari.