SONNO E SALUTE
i disturbi del sonno
Giuseppe Di Lascio – Susanna Di Lascio
Le relazioni tra sonno e salute
L’OMS ha definito la salute come un benessere rispondente non semplicemente ad assenza semplice di malattia o infermità ma più compiutamente a uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, in ragione anche dell’ambiente in cui si vive, riconoscendo il suo godimento come uno dei fondamentali diritti dell’uomo.
A tale proposito il sonno, che permette al cervello di sincronizzare tutti i bioritmi essenziali, costituisce un determinante essenziale della salute a tutti ilivelli, sia somatico, in particolare neurovegetativo, sia emotivo-affettivo, sia cognitivo. Pressione arteriosa, frequenza cardiaca, temperatura corporea, ritmo sonno-veglia, bioritmi ormonali e loro circadianità, tono muscolare risentono della regolarità del sonno, che contribuisce anche a ridurre i livelli degli ormoni dello stress, dell’adrenalina e del cortisolo, sostanze che consentono di affrontare gli stati di emergenza e che, se si stabilizzano su livelli elevati, desincronizzano l’ipotalamo, la centralina che coordina tutti i nostri bioritmi, e portano a vivere in una condizione di allarme permanente. Durante l’età fertile, inoltre, il sonno sincronizza la circadianità, la circamensilità e la circannualità, ossia l’andamento quotidiano, mensile, annuale dei bioritmi endocrini e neurochimici, finalizzati anche alla riproduzione. Esso, costituito da un’architettura complessa, presenta fasi diverse, a cui corrispondono diverse funzioni specifiche. Peraltro, una variegata molteplicità di disturbi suole derivare dalla sua complessità, secondo quattro principali categorie: le alterazioni quantitative, le alterazioni qualitative, le parasonnie e altre di minore importanza. I farmaci, così detti cronobiotici, oggi giorno permettono di contrastare molte di queste disfunzioni. Interessante è ricordare che sono ormai note particolari relazioni tra sonno, da un lato, e invecchiamento, sessualità, regolarità mestruale, gravidanza e normalità funzionale dei vari organi ed apparati dall’altro. Il sonno, ancora, svolge una fondamentale azione stabilizzatrice sul tono dell’umore, riducendo i livelli d’ansia e di irritabilità. Contribuisce, così, al benessere che alimenta il desiderio della vita, in termini di assertività esistenziale e anche sessuale. In caso, invece, di sonno disturbato aumentano la stanchezza generale e l’aggressività, sino a configurare, nei casi più gravi, un vero e proprio disturbo della personalità. Anche il desiderio e l’energia vitale si riducono drammaticamente fino alla franca depressione. Il sonno, in particolare nella fase del sogno, detta anche fase REM (Rapid Eyes Movements), si caratterizza, appunto, per movimenti veloci degli occhi al di sotto delle palpebre chiuse per seguire l’andamento dei sogni. In questa fase il cervello trasforma le tracce di memoria a breve termine in tracce a lungo termine, garantendo, così, non solo l’integrità dei processi psichici superiori, legati all’intelligenza e alle sue espressioni, ma anche le basi stesse dell’identità personale e relazionale. Infatti, il sapere chi siamo è legato al ricordare chi siamo stati e al riconoscimento delle persone, dei luoghi e degli avvenimenti per noi significativi ed essenziali della nostra memoria. Questo evento straordinario avviene tre o quattro volte per notte e dimostra come il sonno sia fondamentale, soprattutto per chi studia, dal momento che la memoria è il principale alleato della capacità di apprendere. In effetti, molte volte la malinconia e la depressione adolescenziali, attribuite superficialmente e troppo frettolosamente all’esplosione ormonale dell’età, potrebbero essere, invece, determinate da una mancanza di sonno.
Interessante è menzionare che Gennaro, L. D del Department of Psychology, University “Sapienza” of Rome, e collaboratori, di recente, sfruttando l'elevata risoluzione delle più recenti tecniche di neuro immagine, hanno studiato 34 soggetti sani dai 20 ai 70 anni d’età, chiedendo agli stessi di compilare un diario dei sogni al risveglio del mattino per due settimane attraverso la registrazione su audiocassetta. Gli AA, con l'analisi di regressione multipla, hanno valutato, quindi, la relazione tra le misure anatomiche e quelle quantitative e qualitative dei sogni segnalati.
Hanno, così, dimostrato che i parametri volumetrici e ultrastrutturali dell’amigdala e dell’ippocampo, che svolgono un ruolo decisivo nella regolazione delle emozioni e nella formazione della memoria durante lo stato vigile, predicono gli aspetti qualitativi del sogno di ogni individuo (Hum Mapp Brain, 2010. © 2010 Wiley-Liss, Inc.).
Durante il sonno, inoltre, il cervello ripara i danni subiti dalle cellule nervose e attiva nuove connessioni tra i neuroni, aumentando così la capacità associativa, prerequisito per la qualità del pensiero, la prontezza dell’intelligenza e la creatività. Il sonno, dunque, consente al cervello di svolgere numerose funzioni per la salute e di recuperare, in particolare, la stanchezza e l’usura, accumulate durante il giorno, sul piano sia psichico sia metabolico e, quindi, biologico. La controprova osservabile di questo lavoro silenzioso, ma tanto prezioso e indispensabile, è il consumo cerebrale di ossigeno, che aumenta marcatamente proprio durante la notte.
Inoltre, il sonno regolare è essenziale per la regolare attività e funzione immunitaria, come dimostrato da numerose ricerche sulla riduzione delle difese in caso di sua insufficienza o disturbo.
In definitiva possiamo ripetere con Arthur Schopenhauer ‘’il sonno è per l’uomo ciò che la carica rappresenta per un'orologio’’. Il filosofo, uno dei più rappresentativi dell'ottocento, dimostrava, infatti, di aver intuito che questo stato misterioso della vita dell’uomo, nel quale si trascorre circa un terzo della vita, è indispensabile per sostenere le funzioni e la salute dell'intero organismo, oltre che per il riposo della mente e del cervello.
Di fatto, c’è da notare che ancor oggi ci sono prove limitate sull’associazione dei disturbi del sonno e senso di fatica, incidenti e riduzione delle prestazioni.
Così pure sono disponibili scarse evidenze sulla responsabilità del rumore notturno, spesso causa dei disturbi del sonno, sui cambiamenti dei livelli ormonali e delle condizioni cliniche come le malattie cardiovascolari, depressione e altre malattie mentali. Infatti, a riguardo dovrebbe essere confermata la disponibilità di un modello biologico plausibile con sufficienti elementi di prova per i costituenti della catena causale.In generale, si è dimostrato che gli steroidi sessuali svolgono un ruolo nell’eziologia dei disturbi del sonno nelle donne, sia per avere un effetto diretto sui processi di tale condizione sia attraverso il loro effetto sull'umore e sullo stato emotivo. Gli steroidi sessuali, in effetti, influenzano il sonno EEG, ossia il comportamento dei suoi diversi stadi e fasi durante il periodo luteale, aumentando la frequenza delle onde EEG e la temperatura corporea. La mancanza di estrogeni, che con l’età contribuisce alla determinazione dei sintomi vasomotori, tra cui le vampate di calore, causa in tal modo anche i disturbi di sonno e l’insonnia.
Per quanto riguarda l'adolescenza bisogna ribadire che essa rappresenta un periodo cruciale, caratterizzato da evidenti cambiamenti nella crescita biologica e nello sviluppo cognitivo e psico-sociale. I mutamenti che occorrono nel comportamento del sonno includono la tendenza a sviluppare modelli di sonno irregolare, non dormendo a sufficienza e determinando consequenziale maggiore sonnolenza diurna e l’andare a letto tardi, ritardando le fasi e anticipando il risveglio.Si registra anche una maggiore vulnerabilità ai disturbi del sonno come l’insonnia, gli incubi cronici e i disturbi del sonno circadiani. Studi epidemiologici in alcuni casi porterebbero a considerare che il 14-33% degli adolescenti abbia disturbi del sonno e che il 10 -40% di studenti di scuola superiore sperimenta privazione del sonno moderata o transitoria. Alcuni dei cambiamenti citati possono, peraltro, essere correlati ai cambiamenti biologici associati con l'insorgenza della pubertà, come un allungamento e ritardo della fase dei ritmi circadiani endogeni. Ma anche i fattori psicosociali devono svolgere un ruolo importante insieme alla diminuzione del controllo parentale e all’aumento del tempo trascorso con i coetanei per le attività extrascolastiche e i compiti, per gli impegni di lavoro, per l’uso eccessivo d’internet e, in generale, per gli stress della vita. I disturbi del sonno si associano negli adolescenti a effetti negativi sulla loro capacità di pensare e di concentrarsi a scuola, sul rendimento scolastico, sul comportamento e sull'umore durante le ore diurne, aumentando il rischio d’infortuni e incidenti, la possibilità di depressione maggiore, di uso di droga e di alcol. I disturbi del sonno in studi clinici ed epidemiologici hanno rivelato anche una maggiore propensione al comportamento suicidario. In particolare, studi elettroencefalografici (EEG) hanno documentato alterazioni del sonno nei pazienti psichiatrici con comportamento suicidario, tra cui la latenza del sonno più lungo, l'aumento del tempo REM e dell'attività fasica REM. Si è anche esaminata la relazione tra la secrezione plasmatica di cortisolo prima e dopo il sonno degli adolescenti depressi con i tentativi di suicidio, portando a ipotizzare una disregolazione dell'asse ipotalamo- ipofisi-surrene, combinata con la disfunzione dei meccanismi d’insorgenza di sonno alla base della vulnerabilità per la ricorrenza del disordine e dei tentativi di suicidio futuro stessi.