Un nuovo farmaco antiaggregante, Elinogrel, è da oltre un anno in fase III di studio. Si tratta di un inibitore del recettore piastrinico dell’ADP (P2Y12), lo stesso su cui agiscono I derivati tienopiridinici Ticlopidina, Clopidogrel e Prasugrel e il non tienopiridinico Ticagrelor. Dopo uno studio in fase II su pazienti sottoporti a PCI (INNOVATE-PC) in cui Elinogrel ha dimostrato una capacitò antiaggregante superiore rispetto a quella di Clopidogrel non accompagnata da maggior rischio emorragico, nel 2011 è stato iniziato uno studio di fase III. Questo studio riguarderà 24.000 pazienti con pregresso infarto del miocardio e con angina stabile; in un gruppo di pazienti il farmaco verrà somministrato in due diverse dosi in associazione con aspirina, in un gruppo di confronto il trattamento sarà rappresentato dalla sola aspirina.
L’interesse per Ticagrelor è giustificato da varie favorevoli caratteristiche farmacocinetiche: a differenza degli altri antagonisti del recettore P2Y12 non è un profarmaco ma agisce come tale, senza dover essere trasformato dal sistema del Citocromo P450 e quindi senza i rischi di interazioni che possono interessare i tienopiridinici; inoltre si lega al recettore in modo reversibile ed ha una breve durata di azione (circa 12 ore), E’ inoltre somministrabile in forma sia orale sia iniettiva, il che lo rende particolarmente utile nei casi in cui si desideri ottenere una azione antiaggregante immediata.
La durata dello studio è prevista in circa 2 anni e mezzo, ma trattandosi di uno event driven trial, essa potrà variare secondo i risultati intermedi.