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notiziario Gennaio 2012 N°1 - DEPRESSIONE COME MALATTIA SISTEMICA I° - Mefedrone e depressione

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Indice
notiziario Gennaio 2012 N°1 - DEPRESSIONE COME MALATTIA SISTEMICA I°
Note introduttive sulla depressione
Epidemiologia della depressione
Eziopatogenesi della depressione
Geni e depressione
Ambiente, relazione genitoriale e depressione infantile/adolescenziale
Differenze di genere nella depressione
Senescenza e depressione
Stress, sistema immunitario e depressione
Religiosità e depressione
Quali gli effetti della religione, spiritualità o filosofia di esistenza nei bambini in pericolo di vita?
Insonnia e depressione
Nutrizione e depressione
Folati omocisteina e depressione
β-bloccanti e depressione
Mefedrone e depressione
Tutte le pagine

Mefedrone e depressione

Tom P. Freeman dell’University College London e collaboratori hanno arruolato venti soggetti nel 55% maschi, di età media di 21,6 anni, utilizzatori di mefedrone più di due volte il mese, e venti partecipanti sani di controllo, nel 70% uomini, di età media di 21,6 anni, per valutare l’effetto della sostanza. La forma base del mefedrone a temperatura ambiente è un liquido giallastro con caratteristico odore di pesce. È venduto nel composto cloridrato, sotto forma  di polvere bianca o compresse, più stabile e solubile in acqua, con purezze spesso superiori al 99%. Esso deriva dalle foglie della pianta del Khat (Catha Edulis), che da alcune popolazioni sono masticate per le sue proprietà stimolanti, dovute al rilascio di catinone. Il 4-Metilmetcatinone, il mefedrone, chiamato “meow meow” o “m-cat” dai più giovani, una molecola di sintesi con proprietà stimolanti, della famiglia delle amfetamine, è solitamente commercializzato in polvere o in compresse e assunto per via intranasale o orale o rettale. Essendo solubile in acqua, può essere assunto anche per via parenterale e le dosi usuali variano dai quindici ai 250 mg per l’uso orale e dai cinque ai 125 mg per via intranasale. Negli USA e di recente in Gran Bretagna ne è stata vietata la vendita.
Gli effetti dell’ingestione si manifestano già dopo 15-45 minuti, più tardivi se a stomaco pieno, ma immediati se per via intranasale. Le proprietà stimolanti, principalmente entactogene, durano circa 2-3 ore dopo l’assunzione orale con incalzanti effetti secondari, come insonnia e desiderio impellente di riassumerlo. Si verificano anche sensazioni di maggiore tensione, aumento di percezione delle capacità energetiche, euforia, desiderio di socializzare, agitazione, sensazione di distacco, vista sfocata, midriasi, bruxismo, accelerazione del polso e amplificazione degli impulsi sessuali. Pur tuttavia, vi sono anche effetti spiacevoli, come l’iperidrosi con odore di pesce nel 67% dei casi, cefalea nel 51%, cardiopalmo nel 43%, nausea nel 27% e dita fredde e bluastre nel 15%, ma, in seguito ad un uso elevato della sostanza, anche allucinazioni, attacchi di panico e stati di paranoia.
I risultati dello studio di Tom P. Freeman hanno dimostrato una sessione tipica di utilizzo del gruppo mefedrone della durata di quasi otto ore, in media 7,65 ± 4,55, con un consumo solito di 1,06 grammi per sessione per via nasale (Addiction, published online January 18, 2012). Questo gruppo presentava anche punteggi significativamente peggiori di memoria di prosa (P = 0,037) e punteggi significativamente più alti di depressione (P = .01), disorganizzazione totale schizotipica (P <.001), e cognitiva (P = .001), rispetto ai partecipanti di controllo. Inoltre, secondo i risultati dalla VAS (visual analogue scale), il mefedrone innescava acutamente un marcato volere del farmaco (p <.001).
Questi risultati devono sollecitare pronti interventi perché il mefedrone in diversi paesi, come l’Italia, non è ancora stato dichiarato illegale e si acquista per strada e on line via internet e sfugge ai controlli perché mascherato sotto forma di concime.

 



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