Vit. “D” e cancro del colon: lo studio EPIC
Un ruolo della vitamina “D” nel contesto del cancro del colon-retto può essere importante poiché le cellule di questo tratto intestinale, sia normali sia neoplastiche, sono in grado di produrre la forma attiva circolante di 25 - (OH)-D, che può essere implicata direttamente nel controllo della crescita delle cellule normali e neoplastiche del colon. Tuttavia, l'evidenza epidemiologica non è decisiva e quasi nessun dato di pre-diagnosi è disponibile nelle popolazioni europee. In tale ambito, lo studio EPIC (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition) è stato tracciato per stabilire la relazione tra dieta, stato nutrizionale, stile di vita, fattori ambientali e l'incidenza di cancro e delle altre malattie croniche. L’EPIC è, di fatto, un ampio studio che si riferisce a dieta e salute, coinvolgente più di mezzo milione (520.000) di persone di dieci paesi dell'Europa occidentale: Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Spagna, Svezia e Regno Unito (Eur J Clin Nutr 2009, Nov;63, S1-S274).
Utilizzando i dati di tale studio, Jenab M e coll. hanno potuto esaminare 1.248 pazienti (785 tumori del colon e 463 cancri del retto) che hanno sviluppato il cancro colon-rettale, abbinandoli a caso a 1.248 soggetti di controllo per valutare l'associazione tra la concentrazione di vitamina “D” circolante, sua assunzione e del calcio con il rischio di tumore del colon-retto (BMJ 2010;340:b5500).
La concentrazione di medio livello della 25-(OH)D era definita nei termini di 50,0-75,0 nmol/L. Quindi, si rilevava una forte associazione inversa lineare, dose-risposta, tra i valori della vitamina e il rischio di tumore del colon-retto (P <.001). Confrontati con la metà dei valori di 25-(OH)D, quelli più bassi si associavano con un rischio maggiore (<25,0 mol/L: IRR, 1.32; 95% IC, 0,87-2,01 vs 25,0-49,9 nmol/L: IRR, 1,28, IC 95%, 1,05-1,56).
I livelli superiori si, invece, associavano a minor rischio (75,0-99,9 nmol/L: IRR, 0.88, IC 95%, 0,68-1,13 vs ≥ 100,0 nmol/L: IRR, 0,77; IC 95%, 0,56-1,06).Rispetto al gruppo di pazienti del più basso quintile di concentrazione di 25-(OH)D, quello del più alto presentava il rischio di cancro colon-retto del 40% più basso (P < .001). Nell’analisi dei sottogruppi si rilevava una forte associazione tra i livelli di 25-(OH)D e il cancro del colon, ma non con quello del retto (eterogeneità del P.048).L'assunzione di vitamina “D” nella dieta non era correlata a rischio di malattia, a differenza di quella con il più alto apporto di calcio. Secondo gli AA tale studio dimostrerebbe, quindi, che gli alti livelli di 25-(OH)D, e un maggior consumo di calcio nella dieta si associano a un minor rischio per il cancro colon-rettale. Tuttavia, l'assunzione di vitamina “D” nella dieta non sembrerebbe influenzare il rischio del cancro.