ANTIPERTENSIVI E ANTIDIABETICI IN CRESCITA VS DECLINO DELLE STATINE IN PEDIATRIA
Joshua Liberman e coll. del CVS Caremark, Hunt Valley hanno valutato tutte le prescrizioni in età pediatrica e adolescenziale del loro istituto dall’1-9-2004 fino al 30 giugno 2007 in una popolazione mensile di bambini, di età compresa tra sei e 18, dai cinque a sei milioni (Arch Pediatr Adolesc Med 2009; 163:357-364).
Durante tale periodo l'uso d’antipertensivi e antidiabetici, orali e insulina, è aumentato notevolmente, mentre l'uso dei farmaci antidislipidemici è diminuito del 23%. Inoltre l'uso antidiabetici orali sino al 30 giugno 2007 è risultato più elevato del 21,4% tra le ragazze dai 16 ai 18 anni rispetto ai ragazzi, mentre l’uso dell'insulina con un tasso di prevalenza del 15% è stato più alto tra i ragazzi dai 16 ai 18. Il ricorso agli ACE-inibitori è risultato aumentato del 27,7% nelle femmine e del 25,2% nei maschi. Dalla loro analisi gli AA hanno valutato che 175.710 soggetti sono stati trattati, di cui 78.361 con insulina, 23.358 con antidiabetici orali, 79.055 con antipertensivi (30.276 con beta-bloccanti, 24.350 con ACE-inibitori). La realtà è, però, che 150.000 bambini e adolescenti sono negli Stati Uniti diabetici e un numero ancora maggiore - da 1.1 a 2.6 milioni - soffre di pressione alta. Ancor più - sette milioni - potrebbe avere dislipidemia, secondo le previsioni del NHANES III (National Health and Nutrition Examination Survey) e il numero dei bambini che ricevono la terapia farmacologica, non è proporzionato ai dati. Il timore di rabdomiolisi, effetto raro ma potenzialmente fatale, può frenare la prescrizione di statine, peraltro, ancora con qualche controversia sul loro uso nei bambini, anche se le linee guida in vigore, ne raccomandano l’uso dal 1992.