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Notiziario Maggio 2010 N°5 |
Definizione del sonno e suoi modelli antropologici |
L'attività del cervello durante il sonno |
Le funzioni del sonno |
Il ciclo del sonno |
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SONNO E SALUTE
I° parte: il sonno normale
Susanna Di Lascio
Psicologa
swanyba@gmail.com
DEFINIZIONE DEL SONNO E SUOI MODELLI ANTROPOLOGICI
Gli esseri umani trascorrono circa un terzo della loro vita dormendo, più tempo di quanto spendono per ogni altra attività. In altre parole, dormono per circa 122 giorni l'anno e un 75enne spende, dormendo, durante la sua vita un totale di circa venticinque anni.
Il sonno è il perfetto esempio di un ritmo ultradiano, cioè quello che si ripete in un periodo inferiore alle ventiquattro ore e dura, in genere, circa novanta minuti, per ripetersi quattro o cinque volte durante una notte. Esso, comunque, è definito sulla base delle osservazioni del comportamento individuale e delle sue attività fisiologiche e neurologiche. Dal punto di vista comportamentale, difatti, si presenta come uno stato di ridotta reattività e interazione con gli stimoli esterni. Pur tuttavia, sotto una prospettiva biologica, rappresenta un periodo fisiologico intenso con un forte carico di attività neurologiche.
Gli studi antropologici suggeriscono che i modelli del sonno variano in modo significativo tra le differenti culture del pianeta. Le differenze più marcate si riscontrano tra le società che dispongono di fonti abbondanti di luce artificiale e tra quelle che non ne dispongono. Ad esempio, la gente potrebbe andare a dormire molto presto, dopo il tramonto, per poi svegliarsi più volte durante la notte, frammentando il sonno con periodi di veglia, magari della durata di diverse ore. I confini tra il sonno e la veglia si confondono in queste società e nelle corrispondenti abitudini alcuni osservatori ritengono che il sonno sia spesso diviso in due periodi principali, il primo caratterizzato principalmente da un sonno profondo e il secondo da sonno REM. Peraltro, alcune realtà di vita presentano un modello di frammentazione del sonno per cui si dorme in ogni momento del giorno e della notte per brevi periodi e in molti gruppi nomadi o di cacciatori-raccoglitori, si dorme all’aperto tutto il giorno o la notte, secondo le circostanze.
L’ampia disponibilità di luce artificiale nell’occidente industrializzato, a partire almeno dalla metà del 19° secolo, ha condotto a modelli del dormire notevolmente diversi dai periodi precedenti. In genere, coloro che dormono in modo più concentrato per tutta la notte vanno a coricarsi molto più tardi. Peraltro, in alcune società gli individui, generalmente, dormono insieme con almeno un’altra persona, ma a volte con molte, o con animali. In altre culture, poi, raramente si dorme con una persona qualsiasi a caso, ma solo in virtù di intimità, come nel caso del coniuge. Di poi, si registra un’ampia varietà di posizioni nel dormire. Alcuni dormono direttamente sul terreno, altri su una pelle o una coperta, altri su una piattaforma o su letti di tipo occidentale e, ancora, alcuni con coperte e/o cuscini, altri con poggiatesta semplici, altri, invece, senza nessun supporto per la testa. Queste scelte si basano su una serie di fattori, quali il clima, la protezione dai predatori, il tipo di alloggio, la tecnologia e l'incidenza di parassiti.