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Notiziario agosto 2010 N°8 - Messaggio per il paziente

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Indice
Notiziario agosto 2010 N°8
I disturbi d'ansia - II^parte
Principi di cura dell'ansia e dell'attacco di panico
Effetti metabolici e cardiovascolari degli antipsicotici
Gli effetti compulsivo-comportamentali nella cura del parkinson
Messaggio per il paziente
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MESSAGGIO PER IL PAZIENTE (modificato da F. Galassi, M. Ciampelli. “La terapia integrata del disturbo di panico” E-pub 2004)

  • Gli attacchi di panico sono una "naturale" reazione di paura che dura poche decine di secondi. La durata dello stato ansioso dipende da ciò che si pensa o s’immagina ("ora muoio, sto impazzendo, che mi succede") che consequenzialmente fa provare ansia).
  • L'ansia ha sempre una curva che prevede una salita e una discesa naturale. Alla fine passa da sola senza dover fare nulla.
  • Gli attacchi di panico sono reazioni di difesa, geneticamente determinate, che servono per la sopravvivenza personale, poiché permettono di affrontare meglio una situazione, aumentando le proprie capacità di prestazione (concentrazione, attenzione, performance).
  • Le stesse sensazioni possono essere vissute in modo totalmente diverso. Difatti, molte persone vivono sensazioni di panico ("voglio provare adrenalina") positivamente e continuano a ricercarle.
  • Il panico non è pericoloso, deriva da come una persona interpreta le cose e le circostanze che le succedono intorno.
  • Le varie situazioni, infatti, non sono oggettivamente pericolose. È il soggetto ansioso che ha imparato a viverle come tali e deve, per questo, educarsi a interpretarle come effettivamente sono.
  • Nessuno dei sintomi, sperimentati durante l'attacco, indica che la persona è pericolosamente malata o sta per diventare pazza. Si tratta di spiacevoli fastidi che possono essere tollerati fino a che non vanno via.
  • Evitare le situazioni che provocano paura non serve a nulla. Anzi, pensando in modo catastrofico e rimandandole, si peggiora la propria ansia.
  • Il sottrarsi è parte integrante del panico. Pertanto, è molto importante addestrarsi a riconquistare il "territorio" perduto.
  • È importante imparare ad accettare l'ansia, non combatterla. L'ansia fa parte del nostro costrutto psico-fisico. Combatterla è come combattere contro una parte di sé. Rimanere a osservarla e accettare l'ansia è il modo più rapido per eliminarla.
  • E' importante imparare a osservare l'ansia, guardandola senza giudizio, né buono né cattivo, osservando i livelli massimi e minimi e le situazioni che la fanno aumentare o diminuire, rimanendo distaccati e diventando buoni osservatori di se stessi.
  • Imparare ad agire con l'ansia, normalizzando la situazione, convincendosi di essere "sani". Ritirandosi dalla situazione, l'ansia si abbasserà ma il disturbo peggiorerà. Si può rallentare, continuando a fare le cose che si stavano facendo. Non fermandosi, sia l'ansia sia la paura si ridurranno e sarà possibile, in poco tempo, riprendere a fare quello che già si stava facendo.
  • Riuscire a distrarsi dall'ansia, utilizzando tutte le tecniche di distrazione che conosciamo. Ci si può concentrare sui particolari e sui dettagli di ciò che ci circonda. Magari il descriverli a voce alta farà passare il breve momento ansioso e già dopo poco tempo ci si potrà sentire meglio.
  • Cercare di essere ottimisti e aspettarsi il meglio. Ciò che più l'uomo teme, raramente accade. Le più famose società di assicurazioni hanno guadagnato miliardi sfruttando la generale tendenza all’ansia per eventi che raramente si verificano. Esse sono pronte a scommettere con chiunque che le disgrazie previste non accadranno mai. Non le chiamano scommesse ma assicurazioni e cioè una scommessa basata sul calcolo delle probabilità.
  • Affrontare le situazioni difficili con piccoli passi, ponendosi piccoli obiettivi. Le situazioni, di cui si ha paura, devono essere affrontate gradualmente senza fretta e, frammentando le situazioni difficili, si riesce a risolvere meglio ogni loro piccola parte con soddisfazione dei risultati ottenuti.
  • Non essere sorpresi quando si sperimenta l’ansia, ma di come ci si pone nei suoi confronti. La vita prevede sempre la presenza di ansia. Va, difatti, abbandonata la convinzione magica di averla sconfitta in modo definitivo. Considerando sempre prossima l'ansia nel proprio futuro, ci si mette in una buona condizione di accettarla senza essere abbattuti.
  • Continuare ad applicarsi costantemente per rendere abituali certe nostre azioni che ci sembrano straordinarie, rinforzando la nostra sensazione di capacità di affrontare gli ostacoli della vita. 
  • Conoscere i potenziali effetti negativi dei farmaci in uso.
  • Fornire il consenso informato per i farmaci psicotropi.
  • Discutere con il proprio medico sui rischi e sui benefici dei farmaci.
  • Informarsi sulle cause biologiche probabili e psicosociali dell’ansia.
  • Evitare sostanze ansiogene come la caffeina, bevande energetiche, altri stimolanti o droghe OTC.
  • Educarsi alla diagnosi del disturbo di panico e al riconoscimento degli stimoli trigger per evitare distorsioni cognitive che possono aiutare ad amplificare l'ansia.
  • Discutere con il proprio medico sul consumo di alcol e sull'uso di droghe ricreative perché possono influire sul corso del disturbo di panico.
    Anche se alcune sostanze possono sembrare utili per evitare l'angoscia di un attacco acuto, spesso compromettono il piano di trattamento a lungo termine.
  • Ottenere il supporto della famiglia e degli amici che, se disponibili, possono ridurre al minimo eventuali comportamenti di evasione, assicurando l'adesione agli appuntamenti di terapia, alla compliance farmacologica e alla comprensione e gestione della natura dei sintomi di ansia con soluzioni ragionevoli senza attivare comportamenti disfunzionali o di sostanze non prescritte dal medico.

A tale proposito è interessante proporre al paziente un termometro dell’ansia quale quello rappresentato in figura come aiuto a mantenere tutti i concetti sopra espressi.



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