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notiziario Settembre 2014 N.8 GRAFOLOGIA E PERSONALITÀ

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notiziario Settembre 2014 N.8 GRAFOLOGIA E PERSONALITÀ
Grafologia e personalità
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NOTIZIARIO Settembre 2014 N°8

 

GRAFOLOGIA E PERSONALITÀ

di Eleonora Clemente***

 

A cura di:
Giuseppe Di Lascio §

 

Con la collaborazione di:

Doriana Bauzulli *, Alessandro Di Lascio**
Andrea Levi Della Vida §, Simonetta Melilli §
Claudio Stazzi §, Elena Zimmatore §
 
§ Medico specialista in Medicina Interna
* Coordinatrice degli Infermieri, ** Fisioterapista
***Psicologa Psicoterapeuta, Grafologa Perito Grafico

 


La grafologia, dal greco “grafos” (scrittura) e “λόγος” (parola, discorso), è la scienza che studia le caratteristiche e la proprietà della scrittura. Essa sta assumendo un ruolo sempre più importante tra le scienze umanistiche volte alla conoscenza dell’essere umano.

Da oggetto d’interresse solo di pochi curiosi, oggi si propone come una via maestra per: l’analisi della personalità, l’orientamento scolastico e professionale, la selezione del personale, la valutazione peritale.

Il primo a utilizzare il termine “grafologia” e che fondò nel 1872 la Société de graphologie fu l’Abate Michon (1806-81).

Il suo allievo Crepieux Jamin dedicò ininterrottamente la sua attività alla grafologia e ne divenne il caposcuola francese. Pubblicò il suo primo “Traité pratique de graphologie”, proprio nel 1885 individuando 200 segni suddivisi in sette categorie.

Pulver, grafologo svizzero nato a Berna nel 1889, fondò la “Schweizerische Graphologische Gesellschaft (S.G.G.)”, di cui fu presidente fino alla sua morte avvenuta nel 1952. Egli definì la scrittura come un “disegno inconscio, un autoritratto dello scrivente” e studiò, soprattutto, la simbologia spaziale, dividendo l’estensione in cui si scrive in quattro zone:

1)      l’alta che rappresentava la luce, le aspirazioni, l’orgoglio e l’ambizione;

2)      la bassa che rappresentava la terra, il buio, l’inconscio e gli istinti;

3)      la destra che rappresentava il futuro, l’estroversione, l’attività e il padre;

4)      la sinistra che rappresentava il passato, l’introversione, la madre e l’origine.

Ancora oggi, quindi, nel momento in cui si comincia a studiare una scrittura, si deve tener conto di come lo scrivente si rapporta alle quattro zone del foglio e con quale frequenza le occupa preferenzialmente.

I più di 300 segni, denominati “Specie”, che si devono analizzare in una scrittura sono stati raggruppati in sette macrocategorie chiamate “Generi”.

Il primo Genere prende il nome di “Pressione o Tratto” e rappresenta la colata d’inchiostro che scrivendo depositiamo sulla carta. Il foglio rappresenta un ostacolo all’azione della penna che stimola reazioni diverse secondo l’intensità dell’energia dello scrivente. Grazie a questo Genere, quindi, si può analizzare, quindi, il tipo di forza utilizzato dallo scrivente.

Il secondo Genere, denominato “Dimensione”, fa riferimento all’altezza della zona media della scrittura. Da notare che per zona media s’indicano tutte quelle lettere che non hanno prolungamenti né in basso né in alto, come ad esempio le vocali. Grazie a questo Genere può essere analizzato il sentimento di sé dello scrivente e, quindi, la sua autostima.

Il terzo Genere prende il nome di “Forma”. Esso analizza il modo in cui vengono vergate le lettere che possono essere più o meno simili al modello calligrafico imparato durante l’infanzia. Ciò indica il grado di originalità e d’indipendenza dello scrivente.

Il quarto Genere è la “Continuità” e si riferisce alla frequenza delle alzate di penna all’interno di una parola. Con esso si possono ricavare informazioni sul tipo d’intelligenza dello scrivente e, in particolare, se è più analitica o sintetica.

Il quinto Genere, la “Direzione”, si riferisce alla direzione del tracciato che può essere verso destra, verso sinistra o verticale. In base all’inclinazione, si può valutare il livello d’introversione e di estroversione dello scrivente.

Il sesto Genere, lo “Spazio”, riguarda la gestione dei bianchi e dei neri sul foglio. In particolare, permette di valutare la prevalenza dell’uno o dell’altro o se c’è un buon dialogo tra essi. Il bianco rappresenta la nostra parte inconscia, mentre il nero, che corrisponde allo scritto, rappresenta la nostra parte cosciente. Pertanto, questo Genere aiuta a capire qual è il rapporto tra i due.

Il settimo Genere, il “Movimento”, fa riferimento al modo con cui si sviluppa il filografico. Grazie a questo Genere si può scoprire il modo di porsi dello scrivente di fronte al cambiamento. Infatti, quando la scrittura sembra ferma, è come se lo scrivente lo rifiutasse, mentre, quando essa scorre, lo asseconda.

Un’analisi a parte è svolta poi dal grafologo sulla punteggiatura, i tratti finali e iniziali delle parole e sulla firma. Particolare importanza riveste proprio quest’ultima, poiché rappresenta l’immagine di sé che lo scrivente vuole trasmettere all’altro, non sempre corrispondente con la sua vera identità.

In chiusura, è bene riportare qualche brano di scrittura di personaggi storici dalla cui analisi si possono trarre specifiche informazioni.

Ad esempio, dall’esame della preghiera di Madre Teresa di Calcutta (tratta dal sito www.motherteresa.org) si evince che i segni più rilevanti della scritturasono la chiarezza, la pressione forte, la regolarità e l’equilibrio negli spazi e tra gli angoli e le curve.

http://www.motherteresa.org/Centenary/English/MT_Centenery_files/MTwords.jpg

Le caratteriste della personalità che ne derivano sono la concretezza, il senso pratico, la fermezza, la capacità di raggiungere gli obiettivi, la pazienza e la resistenza fisica. Tutte doti che, invero, sono appartenute e riconosciute a Madre Teresa e che, quindi, trovano conferma nella sua scrittura.

In altro caso, dall’analisi dello scritto di Napoleone (ordine scritto a un suo generale il 18 Settembre 1805) si evince che i segni più rilevanti sono lo slancio, il ritmo, la presenza di parole legate, l’inclinazione delle lettere verso destra e il rigo ascendente.

http://www.astralis.it/images/scrittura.gif

Le caratteristiche di personalità che ne derivano sono l’attivismo, la rapidità di pensiero, l’audacia e la capacità di coinvolgere gli altri.

Invece, dall’analisi dello scritto di Benito Mussolini (tratto dall’Archivio di Stato, Carte della cassetta di zinco, Autografi del Duce, scatola 1) si evince che i segni più rilevanti sono le lettere allungate, il rigo tenuto e l’angolosità.

http://gnosis.aisi.gov.it/Gnosis/Rivista6.nsf/vAllegati/Mussolini.jpg/$File/Mussolini.jpg?OpenElement

Le caratteristiche di personalità che ne derivano sono la mente vivace e intuitiva, la volontà di affermazione e la propensione al comando.

In altro caso, dall’analisi dello scritto di Pablo Picasso, tratto da Le-chant-des-morts, 1948, si evince che i segni più rilevanti sono lo slancio, l’irregolarità di dimensione, la forte pressione e il rigo ascendente.

http://simonamaggiorelli.files.wordpress.com/2011/10/pablo-picasso-le-chant-des-morts_19481.jpg

Le caratteristiche di personalità che ne derivano sono la creatività, l’entusiasmo, l’individualismo e il bisogno di esprimersi al di fuori delle regole.

Infine, dall’analisi di una delle pagine del Diary to the U.S.A.di Albert Einstein si evince che i segni più rilevanti sono la regolarità, la chiarezza, l’omogeneità, la scioltezza e la tenuta del rigo.

                                 http://blogretro.vanityfair.it/files/2012/05/3.jpg

Le caratteristiche di personalità che ne derivano sono una versatile attitudine alla matematica, la tenacia, la determinazione, le spiccate capacità attentive e una buona memoria.

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