La vitamina “D”, che può essere somministrata settimanalmente o anche mensilmente perché liposolubile, deriva nel nostro organismo da due fonti: la luce del sole (80%), sotto forma di raggi ultravioletti, e la dieta (20) con alimenti e integratori. Molti tipi di cellule e tessuti hanno recettori per essa e la sua forma attiva è modulata dal calcio e dall’ormone paratiroideo con potenziali effetti a valle su una serie di sistemi corporei come i marker dell’infiammazione, il sistema renina angiotensina. Sotto diversi punti di vista la vitamina “D” può considerarsi effettivamente un ormone, liberato dalla pelle per attività dei raggi ultravioletti del sole, attivato dal fegato e dai reni, con stimolo all’aumento di assorbimento di calcio nell'intestino. Risponde, così, di fatto, alla definizione di un ormone: 1) sostanza chimica, 2) formata in una parte del corpo, 3) trasportata nel sangue in altro organo o di sua parte, 4) con potere di alterare la funzione o la struttura di uno o di molti organi o loro parti.
La 25 OH vitamina “D”, rappresenta la forma di stoccaggio inerte, il suo trasporto avviene tramite la VDBP (Vitamin D binding protein) e l'albumina, la sua conversione in 1, 25 OH vitamina D è determinata dall’alfa 1 idrossilasi per raggiungere i siti specifici in cui si combina con il recettore (VDR). La vitamina “D” e i suoi metaboliti sono trasportati nel sangue anche in forma libera in piccole quantità, mentre il fegato produce VDBP e albumina che possono essere perse in particolari enteropatie o nella sindrome nefrosica. Così che nelle epatopatie, enteropatie o nefropatie, che si traducono in bassi livelli di queste proteine di trasporto, si possono avere bassi livelli totali di metaboliti della vitamina D senza esserne carente, in quanto la loro concentrazione libera può essere normale.
La maggior parte dei tessuti e delle cellule del corpo possiede recettori per la vitamina “D”.
Le sue azioni fisiologiche sono:
- aumento dell'assorbimento nel digiuno e nell'ileo del calcio e del magnesio,
- corretta mineralizzazione delle ossa,
- inibizione della proliferazione della muscolatura liscia vascolare del sistema cardiovascolare con arresto della calcificazione vascolare,
- regolazione delle citochine pro-infiammatorie,
- controllo del sistema renina-angiotensina,
- miglioramento della sensibilità all'insulina,
- aumento della sintesi proteica e del numero e dimensioni delle fibre muscolari di tipo 2,
- azione antiproliferativa, immunosoppressiva con effetti di pro differenziazione nella cute,
- espressione di potenti peptidi antimicrobici e aumento delle possibilità di azione ossidativa dei macrofagi,
- azione antiproliferativa con pro differenziazione ed aumento dell’apoptosi e diminuzione dell'angiogenesi in specifiche cellule cancerose.