Le varie forme dei disturbi del sonno
Il ritardo con cui questa designazione nosologica si è andata concretando nella cultura generale e professionale ha comportato, invero, una chiara implicazione di non diagnosi e/o non cura in forma mirata e selettiva, con la rilevante ripercussione derivante dalla sua alta frequenza nella popolazione. Essa, caratterizzata in alcuni studi di neuroimaging funzionale del cervello, in particolare la PET e la SPET, da un aumento del metabolismo e dell'attività neuronale con una maggiore funzione dei brain arousal systems, è classificata tra le dissonnie, in contrapposizione alle parasonnie. A tale proposito, l'American Sleep Disorders Association classifica e descrive i disturbi del sonno in diverse varie forme:
- le dissonnie, caratterizzate da un'alterazione della quantità, della qualità o del ritmo del sonno,
- le parasonnie, definite da comportamenti anomali o da eventi fisiopatologici durante il sonno,
- i disturbi del sonno secondari a malattie, legati a condizioni psichiatriche, come i disturbi d'ansia, i disturbi affettivi e la psicosi, a malattie neurologiche, come il morbo di Parkinson, a malattie internistiche, come l'angina, il reflusso gastroesofageo, i tumori.
Le DISSONNIE comprendono:
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I disturbi del sonno intrinseci, non causati da fattori esterni, come:
- l'insonnia psicofisiologica, determinata dall'ansia di dover dormire, per cui più si tenta di dormire più crescono la frustrazione e le ore d'insonnia,
- l'ipersonnia, definita da una sonnolenza eccessiva di almeno un mese,
- la narcolessia, definita da ripetuti e irresistibili accessi di sonno con perdita del controllo muscolare,
- i disturbi del sonno connessi a problematiche respiratorie, come le crisi di apnea o l'ipoventilazione.
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I disturbi del sonno estrinseci, causati da elementi di disturbo esterni che interferiscono sul sonno come:
- l'errata igiene, condizionata da attività quotidiane incompatibili con il mantenimento di una buona induzione di qualità del sonno e di una buona vigilanza diurna, come l'attività fisica tardiva giornaliera o l'irregolarità del sonno/veglia,
- l'adattamento o la costrizione ambientale;
- l'altitudine,
- l'allergia alimentare,
- l'insufficienza del sonno, come sindrome vera e propria,
- i farmaci, come gli ipnotici, gli stimolanti, gli alcolici o le sostanze tossiche.
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I Disturbi del sonno da alterazioni del ritmo circadiano, insonnie con sfasamento del ritmo biologico come:
- la sindrome da jet-lag con squilibrio sonno/veglia, obbligato da particolari circostanze,
- la sindrome dei turnisti, ossia dei lavoratori con turni a rotazione durante la notte, contrastati nella continuità del sonno,
- la sindrome da ritardo della fase del sonno in chi è abituato a dormire tardi senza riuscire ad anticipare le ore di sonno,
- la sindrome da anticipo della fase del sonno in chi non riesce a rimanere sveglio la sera e presenta risvegli spontanei nelle prime ore del mattino.
Le PARASONNIE comprendono:
- i disturbi del risveglio, come quelli confusionali, il sonnambulismo e il pavor nocturnus con brusco risveglio, annunciato di solito da un grido o un pianto,
- i disturbi della transizione sonno-veglia con movimenti ritmici nel sonno, crampi notturni o sonniloquio,
- le parasonnie, come gli incubi, solitamente associate al sonno profondo REM,
- le altre parasonnie, come la sindrome della morte improvvisa del lattante o l'enuresi notturna.
Usuali conseguenze dell'insonnia sono la sonnolenza diurna, la perdita della concentrazione, l'irritabilità, la preoccupazione per il sonno stesso, la perdita di motivazione o di altre performance giornaliere, come dimostrato in più studi. L'insonnia, classificata su base eziologica, si suddivide, come già citato, in primaria, senza che nessun'altra causa sottostante possa essere identificata, o secondaria perché dipendente dalla presenza di una malattia ben riconosciuta che la promuove e la mantiene nel tempo.
La forma primaria potrebbe, in effetti, essere collegata all'ipereccitazione generalizzata lungo un certo numero di sistemi biologici e psicologici. I pazienti, difatti, mostrano alla tomografia a emissione di positroni un aumento del metabolismo cerebrale del glucosio, sia da svegli sia da addormentati, con aumento dell'attività beta e una diminuzione di quella theta e delta elettroencefalografiche durante il sonno, un aumento del ritmo metabolico delle ventiquattro ore e più elevati livelli di ormone adrenocorticotropo e di cortisolo.
L'insonnia, peraltro, può essere definita in forma iniziale, centrale e finale in rapporto al periodo della sua comparsa nelle ore della notte oppure in rapporto alla durata e alla frequenza dei sintomi.